«I divieti non aiutano. Con i turisti saliranno Pil e occupati». Lo afferma il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, intervistato da Carmelo Lopapa per la Repubblica.
Ministro, il Recovery Plan adesso c’è. Come e quanto inciderà sul rilancio del turismo? «Spiace annoiare con i numeri, ma credo che siano la formula migliore per rappresentare la realtà. Il capitolo turismo del Pnrr favorirà un aumento dello 0,8% dei consumi interni, parteciperà per un punto percentuale alla crescita del Pil, favorirà l’aumento dell’1,7% degli investimenti e grazie al settore aumenterà di quasi un punto percentuale il tasso d’occupazione». Le risorse destinate al settore, prosegue Garavaglia, ammontano «nel complesso a 2,4 miliardi diretti. Di questi, poco più di 600 milioni attraverso sovvenzioni e quasi 1800 sotto forma di prestiti».
A giugno il green pass europeo. Ci sarà un pass anche italiano? «Nella sostanza lo abbiamo anticipato. Nell’ultimo decreto ci sono le misure necessarie per farlo entrare in vigore e cancellare la quarantena obbligatoria per i turisti che arrivano dall’estero. Il provvedimento prevede che sia una circolare del ministero della Salute a stabilire quando e come rimuovere l’obbligo della quarantena per quei turisti europei ed internazionali che vogliono venire in Italia».
«Le regole introdotte sono le stesse a livello europeo. Vale a dire: vaccinati con vaccini riconosciuti a livello Ue, immunità per aver già contratto il Covid-19, tamponi nelle ultime 48 ore. Sono certo che la Salute provvederà a diramare la circolare il prima possibile».
Da questa settimana anche le strutture turistiche rientreranno quasi a pieno regime. Come conciliare la stagione con i vincoli che il contagio inevitabilmente impone? «Come sa non sono un immunologo. Mi attengo a quel che dice la scienza. Sottolineo, però, che — come ha ricordato Draghi nell’intervento in Parlamento — vado a memoria: “Ci dobbiamo far carico delle preoccupazioni di chi ha dovuto chiudere la propria attività per permettere a noi tutti di frenare il contagio”. Pertanto, dobbiamo assumerci questo rischio. Anche se credo sarà un rischio limitato, visto l’andamento delle vaccinazioni. Basta seguire le regole».
Il coprifuoco incide comunque sulla stagione turistica. Lei come la pensa? «Onestamente, obbligare le persone a cenare al ristorante con l’imbuto e non permettere ai ristoratori di fare un secondo turno è una questione piuttosto antipatica. Non credo che il coprifuoco alle 22 sia il primo deterrente contro la diffusione del virus. Il mio punto di vista non è improntato all’ideologia, ma solo al pragmatismo e alla praticità. Di gente come me, come noi della Lega, che stiamo in mezzo alle persone e le ascoltiamo».