«Il tasso di crescita in volume del prodotto interno lordo in Liguria è stato negativo negli ultimi due anni: infatti al calo dello 0,6% del 2018 è seguito il -0,1% del 2019». Lo scrive in un nota Marco De Silva, responsabile dell’Ufficio Economico Cgil, che ha elaborato i dati Istat pubblicati negli ultimi giorni. Secondo De Silva, «la Liguria è l’unica regione d’Italia con un doppio dato negativo, nemmeno la Calabria ha fatto peggio».
«I dati del 2019 non risentono della crisi indotta dalla pandemia» specifica De Silva «e nonostante ciò definiscono la Liguria fanalino di coda rispetto alle altre regioni del Nord Ovest. Nel 2019 il Pil per abitante è stato pari a 32.254 euro (+ 1,31% su 2018) superiore dell’8,73% sulla media nazionale, ma distante dalla media del Nord Ovest. Altro punto dolente e dimenticato è l’incidenza del lavoro sommerso e irregolare sul valore aggiunto nel 2018. La Liguria con il 13,3% segna 3 punti percentuali sopra la media del Nord Ovest e 0.2 punti percentuali sopra la media nazionale».
«I dati sono anche, ma non solo, il risultato di una serie di fattori tra cui il più tragico è il crollo del Ponte Morandi» ha aggiunto Federico Vesigna, Segretario Generale Cgil Liguria. «La nostra regione, sulla quale insiste il maggior sistema portuale italiano, sconta un grande deficit infrastrutturale. Ad aggravare la situazione, è intervenuta l’emergenza pandemia».
«Il 2021» ha concluso «sarà fondamentale per provare a ripartire e i soldi del Recovery Fund sono una occasione che non possiamo sprecare. Regione Liguria deve aprire un confronto con tutte le parti sociali e riscrivere il piano che ha annunciato nelle scorse settimane: è necessario ripensare il modello di sviluppo e di welfare e invertire il processo di declino demografico offrendo condizioni nuove ai giovani che studiano e sono costretti ad andar via per trovare lavoro».