“La caduta del governo Draghi non innesca il pericolo di una crisi del debito stile 2011-2012”. Ne è sicura Lucrezia Reichlin che sul Corriere della Sera invita a guardare al nuovo strumento di politica monetaria messo in campo dalla Bce: il Transmission Protection Instrument, che permette a Francoforte acquisti flessibili di titoli sovrani per contrastare la volatilità dei tassi di interesse prodotta da eccessivi flussi in uscita degli investitori da Paesi considerati più esposti al rischio.
Questo nuovo strumento – spiega Reichlin – non è un ombrello contro qualsiasi temporale, ma, insieme al «Next Generation Eu», l’esempio di una nuova Europa, che, dopo dieci anni di riforme, è oggi ben più attrezzata ad affrontare crisi economiche e finanziarie che nel passato e che richiede nuove regole del gioco.
A differenza dell’Omt, il Tpi è uno strumento che può essere innescato in qualsiasi momento la Bce lo ritenga necessario al buon funzionamento della politica monetaria.
Per attivarlo non si chiede condizionalità, cioè programmi specifici per rimettere un Paese in carreggiata, ma si chiede conformità a quell’insieme di regole e impegni che legano i Paesi dell’Unione. Ed è nella differenza tra condizionalità e conformità che si capiscono la nuova Europa e le nuove regole del gioco.
L’Europa è cresciuta ed ha costruito un sistema che accetta il principio della condivisione del rischio e della solidarietà senza rinunciare a regole comuni. L’asimmetria, tra Paesi debitori e creditori, che ha caratterizzato la crisi del debito sovrano oggi non è più così marcata.
C’è una consapevolezza da parte di tutti che le sorti delle nostre economie sono nella capacità di agire insieme. Questo significa affermare politiche nazionali, possibilmente diverse tra loro, ma credibili e sostenibili così come stare alle nuove regole del gioco che implicano solidarietà e impegni a rispettare le regole che noi stessi abbiamo contribuito a costruire.