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[Lo scenario] Il museo del futuro al Maxxi, tra AI ed emozioni

Il nuovo allestimento della Collezione Arte del Maxxi, a cura di Bartolomeo Pietromarchi, dal titolo “What a wonderful world”, fa riflettere su quello che sarò il museo del futuro. Oltre alle grandi opere immersive di 15 autori, da oggi presenta anche il prototipo ad alta tecnologia dell’Ecosistema Relazionane Digitale per mappare, visualizzare e condividere le sensazioni di fronte a un’opera d’arte. «La collezione è il cuore e l’anima del nostro museo» racconta la presidente della Fondazione Maxxi, Giovanna Melandri.

Tra arte e tecnologia

«È un grande sforzo di accrescimento del patrimonio quello su cui lavoriamo da anni. Oggi siamo a più di 600 opere solo per la sezione arte. Dal 2018 con Low Form e ora con questa mostra» prosegue «la collezione si è poi aperta alla ricerca tra arte e tecnologia e al rapporto tra artisti e algoritmi, in maniera sempre critica». Una ricerca aggiunge, «che amplia il campo d’azione della creatività e dell’esplorazione delle opere d’arte e l’esperienza stessa della fruizione per il nostro pubblico».

«Nessuno pensa che in questo momento il mondo sia davvero meraviglioso come cita il titolo della mostra, ma è un modo per dire: entrate e cerchiamo insieme un modo per ricostruirlo questo Wonderful world». Soprattutto, il progetto è un ulteriore tassello di avvicinamento al Grande Maxxi, l’hub di ricerca per il dialogo tra architettura, arte, scienza e intelligenza artificiale per il quale è già stato lanciato il bando e di cui «conosceremo a brevissimo il vincitore».

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