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[L’intervista] Andrea Cavallari (vicepresidente Ance Giovani): «La ripartenza passa da una rivoluzione del tradizionale rapporto tra istituzioni e capitali privati»

Partenariato pubblico/privato, innovazione, Superbonus sono solo alcuni degli argomenti che abbiamo affrontato con Andrea Cavallari, vicepresidente Ance Giovani per i Progetti strategici innovativi nell’ambito del partenariato pubblico-privato. Classe 1990, nato a Torino. Ha conseguito la laurea Magistrale in Architettura per il Restauro e Valorizzazione del Patrimonio e la seconda laurea Triennale in Pianificazione territoriale, Urbanistica e Paesaggistico-Ambientale, entrambe presso il Politecnico di Torino. Lavora nell’impresa di costruzione di famiglia  SECAP SPA, fondata nel 1903, e giunta oggi alla quinta generazione d’imprenditori, che opera nel settore edile in ambito pubblico, privato e nello sviluppo immobiliare.

Architetto Cavallari, grazie per la sua disponibilità. Entriamo subito nel cuore del problema. Il partenariato pubblico-privato è secondo lei lo strumento principale per garantire la ripartenza dell’Italia?

Il partenariato pubblico-privato può essere l’occasione per le imprese di diventare l’interlocutore privilegiato delle Amministrazioni per pianificare la realizzazione e la gestione di opere pubbliche o di pubblica utilità, finanziariamente sostenibili. In molti casi, infatti, il Partenariato può configurarsi come un’alternativa ottimale all’appalto tradizionale, potendo far superare alle Amministrazioni il problema del reperimento delle risorse finanziarie per gli investimenti, legati ai vincoli di bilancio – quasi azzerati negli ultimi anni – che hanno impedito la realizzazione di appalti, di cui vivono invece le imprese.

Come si può sviluppare il partenariato pubblico-privato in particolare nel settore delle costruzioni?

Per superare la crisi bisogna rivoluzionare il tradizionale rapporto tra istituzioni e capitali privati.

Le tipologie di opere realizzabili mediante il partenariato pubblico-privato sono le più     disparate: uffici pubblici, asili nido e scuole, case di riposo, impianti sportivi, parcheggi, impianti di produzione energetica, strutture ricreative, ma è indubbio che uno degli ostacoli al suo utilizzo è dato dalla complessità degli adempimenti e dei profili da valutare prima di darvi avvio.

Le imprese si stanno dotando di competenza e know-how, ma lo strumento è ancora poco conosciuto agli stessi enti locali, incapaci da soli di uscire da questa impasse economica.
è pertanto necessario il coinvolgimento sinergico e della collaborazione di tutti gli stakeholder che operano quotidianamente sul territorio.

Occorre infatti instaurare una  partnership capace di esaltare le caratteristiche proprie dei soggetti pubblico e privato ottimizzandone i risultati con  gare d’appalto trasparenti e ruoli definiti anche attraverso il riequilibrio contrattuale.

“Innovazione” è una parola chiave per la ripartenza. Come si declina il concetto di innovazione nel mondo delle costruzioni?

La pandemia ha favorito la trasformazione digitale di molti settori cui non fa eccezione  il settore delle costruzioni.

Ance è impegnata da tempo alla diffusione della cultura digitale nella filiera delle costruzioni ed ha pubblicato una guida pratica dedicata all’innovazione nell’edilizia in ufficio e nei cantieri su: strategie, digitalizzazione dei processi, investimenti in ricerca e sviluppo, formazione,senza dimenticare il BIM.

Dopo anni molto difficili, si intravede un possibile  inizio di ripresa sia pur permangano criticità notevoli. La parola chiave è formazione,  ma  deve essere un processo continuo per permettere alle imprese di adeguarsi ai cambiamenti e all’evoluzione del settore, per migliorare la propria competitività.

A livello di associazionismo, soprattutto tra i giovani, forse è arrivato il momento di innovare anche il modo in cui fare “associazione”. Su questo versante, state ipotizzando azioni specifiche?

Le imprese di fronte alle sempre maggiori difficoltà da affrontare necessitano di un continuativo confronto per trasferire conoscenze. Ma spesso i molti  impegni nell’attività giornaliera impongono una costante presenza in azienda.

I Giovani dell’Ance si sono pertanto posti l’obiettivo di svolgere un supporto di competenze con una visione sostenibile per il futuro per la base associativa, sviluppando  anche un forte legame con le altre associazioni di categoria per creare opportunità di collaborazione e lavoro.

Nel concreto i Giovani Ance sono impegnati nel promuovere momenti di stimolo e riflessione su temi di ampio respiro e seminari tecnici molto concreti relativi alle tecnologie costruttive ed ai nuovi materiali, partendo da esempi concreti di best practies che permettano di tornare in aziende con stimoli, idee, ed informazioni concrete di immediata applicazione.

Lei viene dal Piemonte, dove ha vissuto gran parte della sua carriera. Qual è lo stato attuale delle imprese edili piemontesi? Quali difficoltà stanno affrontando in questo momento?

Dopo la grave crisi economica che ha colpito il settore a partire dal 2008 e la crisi pandemica, alla fine del 2021 l’edilizia piemontese ha registrato i primi segnali di ripresa, con un incremento della fiducia delle imprese, confermato anche nei primi mesi del 2022. Auspichiamo che questa ritrovata vivacità possa continuare ad espandersi, anche se il comparto è oggi costretto a far fronte a diverse criticità che mettono a rischio i cantieri.

Mi riferisco innanzitutto all’incremento dei costi dei materiali e alle difficoltà di reperibilità degli stessi, un problema strutturale che richiede un intervento urgente della politica e che si sta deteriorando anche a causa del conflitto ucraino. Le imprese stanno affrontando una situazione straordinaria contraddistinta da aumenti, spesso a tripla cifra, della stragrande maggioranza dei fattori della produzione, materiali da costruzione inclusi. Il bitume, l’acciaio, l’alluminio e tanti altri risultano ormai praticamente irreperibili se non a costi insostenibili; a peggiorare ulteriormente la situazione il macroscopico rialzo di gas e carburante che sta mettendo in ulteriore difficoltà i trasporti e la gestione delle consegne. Riporto alcuni dati degli incrementi dal 2019 al oggi: acciaio +150%, bitume +45%, energia elettrica, gas +338% e gasolio +90%.

A questa situazione si aggiungono le criticità legate ai bonus e al blocco dell’acquisto dei crediti da parte delle banche e la carenza di manodopera. Secondo le nostre stime a livello nazionale mancano 265mila addetti tra professionisti, tecnici specializzati ed operai mentre a livello regionale stimiamo una richiesta di circa 25 mila addetti.

Il Superbonus edilizio è stato la croce e la delizia di questi ultimi anni, e gran parte della prima ripartenza è passata proprio attraverso questo provvedimento governativo. Ora la situazione sembra in una fase di stallo, con il rischio insolvenza per molti degli attori coinvolti. Quali sono le strade da percorrere per ripartire realmente?

Il Superbonus ha svolto un ruolo fondamentale nella forte espansione registrata nelle costruzioni nello scorso anno. Questa misura oltre a rappresentare una leva efficace di rilancio per le costruzioni e per l’intera economia può avere un ruolo cruciale nell’ammodernamento e messa in sicurezza del patrimonio abitativo italiano, così vetusto e inadeguato.

Dal monitoraggio Ance sui dati Enea-Mise-Mite emerge un interesse sia a livello nazionale che regionale: il Piemonte infatti si colloca tra le prime sette regioni in termini di numero di interventi e di importi. In Italia al 31 maggio 2022 rispetto alla rilevazione precedente (30 aprile 2022), si registra un ulteriore aumento del 10,9% in numero e dell’11,7% nell’importo, ovvero quasi 17.000 interventi aggiuntivi per un valore corrispondente di oltre 3 miliardi. In Piemonte a maggio 2022, rispetto ad aprile 2022, il numero di interventi è aumentato del 10% mentre gli importi dell’11%.

Abbiamo però bisogno di regole certe e di norme stabili, per questo è fondamentale che la misura diventi strutturale e che tutti gli istituti di credito riattivino con urgenza il meccanismo di acquisto dei crediti per evitare la crisi di migliaia di famiglie e imprese.

A seguito della guerra in Ucraina, il rincaro delle materie si è imposto su tutti i mercati, tanto da mettere in ginocchio diversi settori. Quali contromisure sarebbe necessario adottare?

Vi è il serio pericolo che il caro materiali metta in discussione la corretta realizzazione di tutte le opere pubbliche, a partire da quelle del Pnrr.

È necessario che il Governo adotti un meccanismo di revisione prezzi strutturale sul modello di quella adottata in altri Paesi europei: un meccanismo di revisione che funzioni sia al rialzo sia al ribasso secondo l’andamento dei costi dei materiali e che impedisca il fallimento delle imprese.

L’Ance è impegnata nei confronti del Governo affinché si trovi una soluzione strutturale e non emergenziale.

In assenza di un adeguamento dei prezzi e degli importi a base d’asta, verranno  compromesse non solo la possibilità di formulare offerte congrue, col rischio quindi che nessuna impresa si faccia avanti per eseguire i lavori, ma anche le opere già appaltate rischiano di fermarsi compromettendo il rispetto dei cronoprogrammi.

La sostenibilità è l’elemento traversale da tenere presente per garantire una ripartenza che abbia anche un futuro. Quanto è importante la sostenibilità in campo edile?

La sostenibilità è fondamentale per il futuro dell’edilizia e del costruito dall’uso pubblico a quello privato per  migliorare la qualità della vita e la salute dei cittadini.

Quello della bioedilizia e dell’edilizia sostenibile è uno dei temi più discussi del momento e in futuro avrà una rilevanza sempre maggiore, ed è per questo che occorre agire il prima possibile in questo campo.

Recentemente Ance e Green Building Council Italiahanno siglato un accordo in occasione della Giornata Mondiale della Terra assumendo l’impegnate ad avviare attività congiunte finalizzate alla promozione dei protocolli energetico-ambientali nella filiera, a partecipare a bandi di finanziamento legati alla ricerca, all’innovazione e alla formazione professionale degli operatori e a diffondere le buone pratiche ambientali nell’intero comparto.

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