L’Italia promuoverà la revisione del “Green Deal” europeo “se non vogliamo che gli operai dell’auto invadano Bruxelles”.
Lo ha annunciato il ministro delle Imprese e del Made In Italy Adolfo Urso intervenendo alla giornata conclusiva del Forum di Ambrosetti a Cernobbio, sul Lago di Como.
“L’auto non è un problema italiano, è europeo – afferma il ministro – il Green Deal così come è stato disegnato è fallito e l’industria europea è al collasso e non riesce a raggiungere i suoi obiettivi senza importanti risorse pubbliche”.
Il caso della Volkswagen deve fare riflettere.
“In Germania – ricorda – hanno annunciato la chiusura di 2 stabilimenti e se non vogliamo che gli operai invadano le strade delle capitali europee così come hanno fatto recentemente gli agricoltori, bisogna decidere, non si possono aspettare 2 anni, restando nell’incertezza”.
Secondo il ministro “è necessario rivedere tempistiche e modalità per il percorso verso l’elettrico”.
Ecco perché “chiederò all’Europa con il saggio pragmatismo che muove il governo Meloni fin dall’inizio, di coniugare la sostenibilità ambientale e quella economica e sociale del sistema produttivo”.
Il tagliando al “Green deal” è previsto per il 2026 ma per Urso “non si possono aspettare 2 anni e sospendere tutti gli investimenti, bisogna decidere ora all’inizio della legislatura.
Una revisione che deve portare a tempi e modalità sostenibili con neutralità tecnologica ponendo fine all’ideologia quasi religiosa del tutto elettrico”.
L’Italia porrà il problema al meeting che la presidenza di turno ungherese ha organizzato per il 25 settembre a Bruxelles.
“Io -annuncia Urso – interverrò presentando all’industria e agli attori istituzionali la richiesta di anticipare la revisione sullo stop ai motori termici al 2025 rispetto alla data prevista del 2026.
E il giorno successivo la presenterò al consiglio sulla competitività che si terrà sempre a Bruxelles”.
Urso precisa che della sua iniziativa non ha ancora consultato altri ministri, perché aspetta l’insediamento del nuovo governo francese.
“Io vorrei proporre in Europa un approccio responsabile perché il processo del green deal prevede una clausola di revisione entro fine del 2026 ma chiunque conosca il sistema produttivo sa che gli investimenti si fanno se c’è certezza – ha aggiunto -.
Noi rischiamo il collasso dell’industria automobilistica europea, incapace di sostenere il rischio che le è stato imposto senza adeguate risorse e investimenti pubblico”.
Secondo l’agenda europea i motori elettrici verranno messi al bando nel 2035.
Tuttavia prima di arrivare al traguardo sono previste diverse tappe per verificare lo stato di avanzamento dei lavori.
Secondo il ministro “se si vogliono mantenere tempi stringenti occorre sostenere l’industria con imponenti risorse pubbliche europee, con un piano tipo Pnrr per l’automotive e comunque la tempistica deve essere adeguata alla sostenibilità economica produttiva e sociale del nostro Paese”.
La parte finale dell’intervento è dedicata al nucleare: “Stiamo lavorando a una Newco italiana con partnership tecnologica straniera, che consenta a breve, e per breve intendo dare l’annuncio nei prossimi mesi, di produrre in Italia reattori nucleari di terza generazione per poi installarli dove le imprese lo chiedono, ovunque nel mondo.
E certamente anche in Italia”.
Secondo Urso “dobbiamo fare del nostro Paese un leader nella produzione di nucleare di terza generazione e poi di quarta generazione.
Questo è un piano industriale”.