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[L’analisi] Oxford Economics: si è creato un vuoto politico in un contesto economico molto sfavorevole

Secondo quanto evidenziato da Oxford Economics in un briefing sull’Italia, le dimissioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, lasciano un vuoto politico in Italia in un contesto economico estremamente sfavorevole. Le elezioni anticipate previste per inizio ottobre, sei mesi prima della data fissata per la fine della legislatura, lasciano il Paese senza un Governo pienamente funzionante per mesi, tenuto conto che è improbabile che un nuovo esecutivo sia formato prima della fine di ottobre, rileva Nicola Nobile, il Chief Italia Economist.

Un forte rallentamento dell’economia era già previsto per la seconda metà del 2022, dopo il rimbalzo del secondo trimestre e per il 2023 le stime puntano a una crescita solo dell’1%. Le dimissioni di Draghi comportano altre cattive notizie e incertezze. Le turbolenze sui mercati potrebbero determinare altri shock negativi per l’economia, attraverso un calo della fiducia e ancora più rigidi parametri per il credito bancario. Oxford Economics è «sempre stata abbastanza scettica sulla capacità del governo Draghi di segnare un cambiamento strutturale nella politica italiana» e, per quanto il governo dell’ex-banchiere centrale abbia avviato una serie di riforme strutturali, il contesto politico in prospettiva è comunque parso meno favorevole nei prossimi anni. Per questo lo scenario centrale di Oxford Economics è rimasto quello di un’economia italiana fiacca nel medio termine.

Tra l’altro le dimissioni di Draghi giungono nello stesso giorno in cui la Bce inizia il suo ciclo di rialzi dei tassi e mentre incombe il rischio di un razionamento del gas durante l’inverno. Un Governo dimissionario in caso di shock negativi, come appunto il taglio delle forniture di gas oppure una nuova impennata dei prezzi, probabilmente non potrà reagire in modo rapido ed efficace. Ritardi ed incertezze sono da attendersi anche sulla legge finanziaria. La tempistica della crisi, inoltre, potrebbe ritardare l’esecuzione delle riforme e degli investimenti legati al Pnrr e potenzialmente ostacolare il versamento delle prossime tranche.

Il contesto che si è creato complica anche il lavoro della Bce nel dispiegamento del suo strumento anti-frammentazione. Da ultimo, Oxford Economics rileva che sull’esito delle elezioni «l’incertezza è ancora molto alta». D’altro canto, i vari Governi del centro-destra – attualmente dato favorito nei sondaggi – che si sono susseguiti negli ultimi 20 anni non hanno prestato grande attenzione alla sostenibilità dei conti pubblici e questo potrebbe aggiungere rischi nei prossimi anni, visto che i mercati finanziari potrebbero mettere nuovamente in discussione la sostenibilità fiscale italiana

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