Secondo quanto emerge dalla ricerca “Bonus fiscali e riqualificazione edilizia – La propensione delle famiglie italiane al rinnovamento e alla ristrutturazione della casa”, nel corso degli ultimi 12 mesi, in Italia il 37% delle famiglie ha effettuato un intervento di ristrutturazione o miglioramento dell’abitazione in cui vive, ma solo l’11% ha intenzione di investire e procedere a questo genere di interventi nei prossimi 12 mesi. Lo studio è stato curato da Nomisma e presentato in occasione dell’assemblea nazionale di Angaisa-Associazione Nazionale Commercianti Articoli Idrosanitari, Climatizzazione, Pavimenti, Rivestimenti ed Arredobagno.
La voglia di ristrutturare e migliorare la propria abitazione – viene evidenziato nello studio – è stata alimentata, in prima battuta, dall’inefficienza energetica: quasi 4 italiani su 10 (37%) negli ultimi 12 mesi hanno avviato interventi di miglioramento e/o ristrutturazione di un’abitazione, sia essa principale o secondaria. Il 27% di essi sono affittuari. A livello geografico nel Nord Ovest è il 37% delle famiglie a dichiarare di aver avviato i lavori; nel Nord Est il 36%; al Centro il 40% e al Sud il 33%.
Quanto al tipo di intervento il 64% dei proprietari ha effettuato interventi di carattere strutturale; il 62% ha eseguito interventi relativi a sanitari e rubinetteria; il 61% a efficientamento energetico e il 43% agli impianti di condizionamento. Guardando alle motivazioni per una persona su due la spinta è stata la volontà di migliorare il comfort abitativo, al secondo posto la riduzione dei consumi energetici (48%), al terzo, la non rimandabilità degli interventi (36%) e in ultimo (30%) la volontà di sfruttare gli incentivi statali.
Analizzando il costo medio per i soli interventi di efficientamento energetico questo ammonta a circa 5.500 euro. Se si aggiungono anche gli interventi strutturali, l’investimento medio sostenuto raggiunge i 13.800 euro mentre gli interventi su sanitari e rubinetteria presentano invece un investimento medio di 4.600 euro. Sul fronte degli incentivi statali, una famiglia su due ha deciso di aderire alle detrazioni fiscali/bonus: il 40% per interventi di riqualificazione energetica; il 37% per ristrutturazioni edilizie, il 21%, per il Superbonus 110% e il 12% per il bonus facciate. Il 51% dei rispondenti ha dichiarato che non avrebbe mai realizzato interventi in assenza di incentivi.
Spostando lo sguardo sui 12 mesi a venire, viene evidenziato dal rapporto stilato da Nomisma quello che si nota è un «rallentamento dell’euforia da bonus. Solo l’11% degli italiani ha dichiarato che con certezza effettuerà interventi sulla propria abitazione, mentre il 38% è ancora indeciso». Ad ogni modo, viene sottolineato, «se nell’immediato futuro non ci fossero gli incentivi, il 57% di coloro che pensano di effettuare degli interventi di efficientamento con ricorso ai bonus non si attiverebbe». Inoltre, se si guarda ai prossimi 12 mesi, il 4,7% degli italiani pensa di fare ricorso al Superbonus, che con il Decreto-legge 176 dello scorso 18 novembre si ridurrà dal 110 al 90%. Se prima le famiglie interessate erano 1,8 milioni, ora scendono a 1,2; si tratta di 1 famiglia su 3, già orientata a questo tipo di intervento, che però ora decide di rinunciarvi.