Nel decreto aiuti c’è un errore, ma come spiega Confartigianato, si tratta di un errore facilmente rimediabile e che già ora comunque non dovrebbe inficiare il meccanismo di ristori previsto dal provvedimento del governo Draghi. Si tratta di errore “materiale” come a volte accade nei lavori parlamentari e di messa a punto del testo, ma che non dovrebbe avere effetti negativi per le aziende e che potrà comunque essere risolto. Nel testo del decreto aiuti, provvedimento in queste ore al centro di una diatriba politica forte che metterà alla prova la tenuta della maggioranza di governo, come segnalato da alcune associazioni di impresa al Messaggero, l’errore potrebbe potenzialmente limitare di molto le aziende in grado di accedere ai ristori sul caro energia.
In sostanza, al momento della conversione del decreto, il legislatore ha utilizzato un riferimento sbagliato, scegliendo la vecchia formula, agli aiuti di stato, scrivendo che sono concessi in regime “de minimis”. I ristori sotto forma di credito di imposta (bonus del 25 per cento per le imprese energivore e gasivore, e del 15 per cento per le altre imprese) ricadono in questo modo in limiti quantitativi fissati a 200 mila euro. Un tetto che però ingloba anche i vari aiuti ricevuti negli ultimi tre anni, comprendendo quindi anche i ristori, sotto varie forme, durante la crisi Covid. Per molte aziende questo tetto verrebbe così raggiunto o sfondato bloccando la possibilità di ricevere il credito d’imposta previsto dal dl aiuti.
Per fortuna però, rileva Confartigianato, vige ancora la deroga Ue. Con il quadro temporaneo di crisi varato durante la pandemia la Ue ha concesso ai paesi, fra cui l’Italia, di compensare parzialmente la spesa su gas ed elettricità delle imprese, in particolare di quelle energivore, con un tetto massimo di 2 milioni di euro. Si continua ad applicare quindi questa deroga e peraltro l’errore, di tipo materiale, nel testo è facilmente correggibile senza ricorrere a una norma, rileva Confartigianto che invita però ad evitare allarmi. Il governo poi, come spiega in un’intervista il sottosegretario all’economia Federico Freni è già al lavoro per trovare una soluzione prima della scadenza fiscale del 16 luglio. Una norma ad hoc potrebbe essere inserita nel prossimo decreto aiuti il quale prorogherà anche la misura di un altro trimestre.