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[L’analisi] Il Financial Times: «L’Italia rischia di perdere i soldi del Pnrr. Ecco perché»

Cosa rischia l’Italia dopo la caduta del governo Draghi? Secondo il Financial Times, il pericolo è non riuscire a portare a casa i fondi del Recovery fund e far naufragare tutto il progetto europeo del debito comune, essendo Roma il principale beneficiario. «Come gli altri paesi, l’Italia ha concordato un calendario ambizioso di tappe fondamentali delle riforme e obiettivi di investimento per sbloccare tranche di denaro dell’Ue. Ma una campagna elettorale prematura mette in dubbio se il Paese potrà rispettare le scadenze di quest’anno», scrive il quotidiano economico riportando le preoccupazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

«Gli impegni assunti dall’Italia in cambio di fondi comprendono la riduzione della burocrazia, il rafforzamento della concorrenza in settori che vanno dall’energia ai trasporti e il rafforzamento della pubblica amministrazione. Sono progettati per aumentare le prospettive di crescita a lungo termine e garantire la sostenibilità del suo debito pubblico, ora circa il 150% del Pil. Sebbene Draghi, ex presidente della Banca centrale europea, si sia assicurato il sostegno trasversale al piano alla guida del suo governo di unità, si teme che l’attuazione vacilli senza di lui, mettendo a repentaglio lo slancio delle riforme e la disciplina fiscale», evidenzia l’Ft.

«Tuttavia, qualsiasi interruzione o deviazione significativa dal programma di riforme e investimenti, delineato in un allegato di 664 pagine all’accordo di Roma con la Commissione, metterebbe a repentaglio il pieno accesso dell’Italia ai fondi», avverte il quotidiano londinese. Ma non solo. «La fragile economia italiana non sarebbe l’unica vittima. Sebbene il fondo sia stato concordato come misura una tantum in risposta alla crisi economica indotta dalla pandemia, i sostenitori di una più profonda integrazione fiscale nell’Ue lo vedono come un potenziale precedente per un’ulteriore azione congiunta. Se il piano fallisse in Italia, aumenterebbe lo scetticismo nelle capitali del Nord Europa che sono profondamente sospettose dell’emissione di debito congiunto», scrive il Financial Times.

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