“Un’alluvione così a metà maggio non ce l’aspettavamo. È un fenomeno eccezionale per la stagionalità e per le sue caratteristiche: acquazzoni intensi in pochissimo tempo, che non permettono uno sgombero dell’acqua superficiale di andarsene con velocità. Siamo in oggettiva difficoltà. Si è di fronte ad un fatto inusuale, non programmato”. Sintetizza così il presidente del Veneto, Luca Zaia, l’emergenza maltempo che s’è abbattuto su varie zone della regione, con l’apertura, per la prima volta, di tutti i sei bacini di laminazione in regione.
Decretato lo stato di emergenza, si è già al lavoro per ripristinare i danni, specie per lo sfondamento di numerosi argini. “C’è preoccupazione per le previsioni – ha spiegato Zaia – che ora ci impongono di dire di fare molta attenzione, e invito i cittadini di muoversi se non per lo stretto necessario e comunque lontano dagli argini”.
Il maltempo si sta ora spostando ad est. “Avremo battaglia fino a domani – osserva – e poi vediamo come si metterà. C’è la massima allerta”. Per Zaia tra le cause vi è anche l’azione sugli argini di nutrie e tassi: “Lo sfondamento a Castelnuovo e a isola Vicentina è la dimostrazione. Senza voler male a questi animali, noi dobbiamo salvaguardare la vita dei cittadini. Non possiamo permettere che questo continui e sicuramente un rimedio va trovato. Abbiamo investito 2,7 miliardi nel 2010 con i quali sono state realizzate un sacco di opere Grazie a questi interventi possiamo dire che Vicenza è salva. Se non avessimo avuto i bacini di laminazione, oggi sarebbe stato un autentico disastro”, ha ribadito.