Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

John Kerry (inviato Usa per il Clima): «Usare la guerra in Ucraina per autorizzare nuove trivellazioni è folle. Andremo incontro ad una catastrofe»

Non si può affrontare la questione della crisi energetica legata al conflitto russo-ucraino trascurando la crisi climatica. «Ora usare la questione della guerra e della necessità di ridurre la dipendenza dal gas russo per chiedere nuove perforazioni è un passo nella direzione sbagliata», ha spiegato l’inviato per il clima degli Stati Uniti John Kerry partecipando al World Economic Forum a Davos.

«Le emissioni a livello mondiale sono salite a nuovi massimi lo scorso anno e questo prima dell’invasione dell’Ucraina», ha detto. «Il prossimo decennio sarà fondamentale se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi di lotta al cambiamento climatico» ha detto «e se la nuova teologia ora diventa che dobbiamo tornare a fare perforazioni allora non ce la faremo. Se pensate che l’emigrazione degli ultimi decenni è stata un problema, potete solo immaginare quello che succedere in futuro se non avremo successo nel contrastare l’emergenza climatica».

«Siamo sull’orlo del precipizio. Se riusciamo ad allontanarci dal precipizio e a fare quello che dobbiamo fare, allora abbiamo davanti un futuro radioso in cui potremo realizzare il passaggio a una nuova economia basata sull’energia pulita. Sono convinto che arriveremo a un’economia a basso consumo di carbonio su questo pianeta ma non posso garantirvi che lo faremo in tempo utile».

«L’emergenza climatica che provoca milioni di morti ogni anno è creata dall’uomo e può essere risolta dall’uomo» ha detto Kerry «non c’è alcun paese che sia risparmiato dalle conseguenze del climate change, da drammatiche inondazioni a incendi con temperature eccezionalmente alte in molte parti del mondo. Sta cambiando anche la chimica degli oceani da cui proviene il 51% dell’ossigeno e se non risolviamo il problema degli oceani non risolviamo quello del clima».

A Glasgow, ha aggiunto Kerry «per la prima volta abbiamo trovato un accordo per ridurre il consumo di carburante fossile», cosa mai avvenuta prima, ma «occorre fare di più e dobbiamo accelerare di molte volte. Soli 20 paesi sono responsabili per l’80% di tutte le emissioni» ha aggiunto «se questi paesi si muovono con decisione, possiamo vincere questa battaglia e dobbiamo aiutare gli altri paesi che sono in difficoltà a raggiungere questi obiettivi con aiuti finanziari e tecnologici. Purtroppo, abbiamo perso 4 anni, e sapete tutti perché anche se altri paesi sono andati avanti nel frattempo, ma ora dobbiamo accelerare il passo e possiamo farlo. Sulla base degli impegni attuali possiamo contenere l’aumento della temperatura a 1,8 gradi entro il 2050 ma se facciamo tutti uno sforzo ulteriore possiamo arrivare all’obiettivo di 1,5 gradi».  

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.