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In arrivo l’ok alla cessione condizionata della raffineria di Priolo | Lo scenario

Una lunga istruttoria, tra le più complicate nel repertorio del “golden power“, porterà molto probabilmente oggi al via libera, con condizioni, alla vendita della raffineria Isab di Priolo al fondo Goi Energy.

Salvo sorprese dell’ultim’ora, è atteso al Consiglio dei ministri odierno il Dpcm (decreto del presidente del consiglio dei ministri) con il quale il governo eserciterà i poteri speciali in materia di asset strategici, autorizzando l’operazione con una serie di rigide prescrizioni.

Litasco, società svizzera controllata dai russi di Lukoil, cui fa capo la Isab, ha un accordo per la cessione a Goi Energy, ramo del settore energetico di Argus New Energy Fund, fondo di private equity di Cipro.

Attorno a questo articolato schema il governo, con il comitato per il golden power di Palazzo Chigi e con il ministero delle Imprese e del Made in Italy guidato da Adolfo Urso, ha lavorato per settimane incastrando risposte su dubbi industriali e diplomatici.

Questi ultimi, relativi a presunte connessioni con capitali e imprenditori russi, si legge sul Sole 24 Ore, sarebbero stati oggetto di valutazioni approfondite, anche in riferimento ai timori dell’intelligence americana per la vicinanza di Priolo alla base di Sigonella, ma non avrebbero trovato conferme concrete.

Il governo intende tutelarsi però dal punto di vista delle forniture di petrolio, che dovranno essere pluriennali (si parla di 10 anni) e tracciate per avere certezza che non arrivino dalla Russia o da altri Paesi sotto sanzione.

Questo spiega perché il nodo dell’istruttoria sia stato alla fine rappresentato da Trafigura, trader internazionale di petrolio con il quale Goi Energy ha comunicato al governo di avere un accordo di fornitura di lungo periodo.

Proprio il confronto con Trafigura è stato il tassello determinante del ciclo di audizioni che il governo ha concluso il 4 aprile.

Goi Energy aveva reso noto all’Esecutivo che l’intesa con Trafigura, gruppo internazionale con quartiere generale tra Ginevra e Singapore, dovrà assicurare una fornitura sicura di petrolio alla raffineria ma anche sostenere il fabbisogno di capitale circolante.

Palazzo Chigi e il ministero delle Imprese e del Made in Italy avrebbero ottenuto su questo punto garanzie sull’origine della materia prima.

Un passaggio che ha anche un chiaro significato diplomatico.

Mentre sotto il profilo industriale, da quanto trapela, il Dpcm dovrebbe intervenire imponendo rassicurazioni sul mantenimento dei livelli occupazionali dell’impianto in provincia di Siracusa.

C’è poi il capitolo ambientale. Si è discusso molto sui limiti di scarico trovando una formula adeguata che dovrebbe rassicurare il governo.

Garanzie precise dovrebbero riguardare anche l’uso del depuratore.

All’inizio di febbraio, con un Dpcm, il governo ha dichiarato il complesso degli stabilimenti di proprietà d Isab di interesse strategico nazionale e ha riconosciuto come beni strumentali allo stabilimento industriale gli impianti di depurazione di Priolo Gargallo e Melilli, perché infrastrutture necessarie ad assicurare la continuità produttiva.

Un successivo decreto interministeriale, delle Imprese e del Made in Italy di concerto con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ha collegato i limiti per la messa a norma degli impianti con le esigenze di continuità dell’attività produttiva e di salvaguardia dell’occupazione.

Superata la fase del golden power, la chiusura dell’operazione di cessione a Goi Energy, per un valore che secondo fonti di mercato si aggirerebbe attorno a 1,2 miliardi di euro, dovrebbe concretizzarsi nelle prossime settimane.

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