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Riccardo Illy (imprenditore): «Ecco la complicata eredità di Draghi»

La politica è infastidita dal prestigio e dalla competenza dei “tecnici”, il che è «dovuto a un malcelato (e motivato) complesso di inferiorità, proporzionale al prestigio della persona che, secondo loro, usurpa le loro poltrone. Nei confronti di Mario Draghi massimo essendo il suo lignaggio, massimo era il fastidio, sfociato nella più dannosa e pericolosa crisi di governo dal dopoguerra. Conte ha pensato bene di restituire il favore a Salvini che con la crisi del Governo giallo-verde gli spianò la strada per il bis alla Presidenza del Consiglio». A parlarne è l’imprenditore Riccardo Illy.

«Berlusconi si è inspiegabilmente (sembra non aver valutato l’impatto della crisi sulle sue imprese) accodato, risultando il vero responsabile finale della crisi. Con sprezzo del ridicolo il giorno dopo ha maldestramente cercato di rivoltare le colpe su Draghi. Il Presidente della Repubblica, la cui pazienza era arrivata al limite, si è “vendicato” sciogliendo immediatamente le Camere; avrebbe potuto (dovuto?) con le ennesime consultazioni verificare se una nuova maggioranza era possibile. Ha così obbligato (pena l’esercizio provvisorio, la perdita certa di buona parte dei finanziamenti PNRR) fissare una data per le elezioni (il 25 settembre) della cui impervia difficoltà i partiti devono ancora rendersi conto», scrive sul magazine online InPiù.net.

«I cittadini, peraltro ormai disinteressati alle vicende romane, saranno spettatori distratti di una non-campagna elettorale che inizierà l’ultima settimana di agosto. Avevamo visto in passato tanti Governi balneari, non ancora una campagna elettorale balneare; che di serio promette ben poco. La prima sparata l’ha fatta Giorgia Meloni, la lepenista antieuropea, che ha promesso continuità nella politica estera rispetto a Draghi. La cui agenda, come alcuni continuano a chiamarla, si trasformerà in eredità; un’eredità pesante. Fino alla fiducia votata dal prossimo Parlamento (potrebbero volerci anche mesi) al suo successore il Governo Draghi resterà in carica per gli affari correnti; che a quanto pare comprenderanno anche decreti e altri atti attuativi del PNRR».

«Certamente non quelle riforme che sono “conditio sine qua non” dettate dalla UE per ottenere tutti i finanziamenti stanziati. Anche l’attività legata alla gestione della pandemia e della crisi in Ucraina e conseguente crisi economica sarà di competenza del Governo uscente; ma non la fissazione del tetto al prezzo del gas. Sul quale Draghi aveva ottenuto il consenso dei partner europei e che ora, non essendo tema corrente, resterà lettera morta. È soprattutto sulla gestione del PNRR e della crisi economica da parte del Governo che uscirà dalle urne dopo il 25 settembre che si addensano le comprensibili preoccupazioni».

«Nonostante le rassicuranti dichiarazioni del partito più a destra che probabilmente risulterà il vincitore delle elezioni. Anche se Forza Italia risulterà verosimilmente solo la terza forza del centrodestra sarà comunque indispensabile a garantire un’eventuale maggioranza a quella coalizione; sempreché non aderisca a una improbabile coalizione di centro. Ancora una volta sarà dunque Berlusconi a dover garantire moderazione in una coalizione nella quale le pulsioni filorusse, anti-americane e anti-europee hanno fatto parte del repertorio demagogico degli altri due partiti che la compongono».

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