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Il colpo di grazia ai conti pubblici? Il crollo demografico | Lo scenario

“Le proiezioni economiche-finanziarie al 2050, o anche al 2040, iniziano a essere davvero preoccupanti” se non affrontiamo il tema del capitale umano e della demografia. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel suo intervento al convegno sulla natalità “Per un’Europa giovane”.

Il calo demografico, unitamente alla fuoruscita dal lavoro dei pensionati, avrà conseguenze negative per il sistema economico e per il bilancio dello Stato.

Diminuirà l’offerta di lavoro, sia per il settore pubblico che per quello privato e aumenterà l’età media degli occupati siano essi uomini o donne.

L’invecchiamento della popolazione, pur avendo lo stesso trend sul territorio nazionale, amplierà le differenze strutturali tra il Nord e il Meridione. Nel 2030, stando ai dati Istat, la popolazione residente nel Nord sarà il 27,4 % come nel 2022, nel Centro passerà dall’11,7 all’11,6, mentre nel Sud si attesterà al 19,1% contro l’attuale 19,9%. Con gli effetti di tale andamento preoccupano gli anni a venire.

Il calo della demografia non si risolve in breve tempo. Lo si può combattere, però, con l’utilizzo dell’immigrazione per l’inserimento degli immigrati regolari nel sistema produttivo e prendendo di petto le retribuzioni del lavoro. Per conseguire questi obiettivi occorre che la finanza pubblica torni ad essere strumento di governo dei fenomeni economici e che aumenti il gettito tributario.

“Dobbiamo capire come fare spazio a questo tipo di politiche a livello nazionale ed europeo. Il Governo italiano continuerà a riproporre il tema al centro del dibattito” ha aggiunto Giorgetti.

Il tema della produttività del lavoro, su cui si discute – ha proseguito -“viaggia sulla componente tecnologica e sull’intelligenza artificiale ma anche sulle giovani generazioni che queste tecnologie sono più capaci di utilizzarle, di promuoverle e di crearle”. Allo stesso modo, ha sottolineato, la discussione sulla competitività ha certamente a che fare con lo sviluppo del mercato dei capitali europeo: “Non è però sufficiente il capitale finanziario – ha concluso Giorgetti – serve quello umano che passa attraverso la dimensione della formazione e dell’educazione ma anche dalla materia prima. I numeri oggettivamente ci pongono di fronte a una tragedia annunciata”.

Serve un’Europa giovane per una crescita economica e per il sostegno al debito

“Un’Europa vecchia e indebitata: questa è la realtà. Ma per far fronte al debito comune bisognerebbe avere una Europa giovane e capace di promuovere la crescita”, ha concluso il ministro Giorgetti.

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