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Gli edifici sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di CO2 | Lo scenario

Gli edifici sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di CO2 in Europa e gli obiettivi del Green Deal non possono essere raggiunti con gli attuali tassi di riqualificazione del parco immobiliare.

Gli incentivi per gli interventi di efficientamento energetico andrebbero inseriti in una programmazione di misure per lo sviluppo sostenibile, economico, ambientale e sociale per essere più efficaci (come ad esempio il super bonus) e per centrare gli obiettivi programmati a partire dal 2030.

È questo il quadro tratteggiato, ieri, nel corso della riunione del Comitato Tecnico-Scientifico Remind per verificare gli impatti in Italia della nuova direttiva sulla prestazione energetica.

L’incontro coordinato dal presidente nazionale Remind Paolo Crisafi ha visto l’introduzione dell’esperto Remind Marco Mari, Presidente di Gbc Italia.

Ha fatto seguito un approfondimento da parte di Tommaso Accetta Presidente Giovani Remind, di Carlo Corazza Direttore Ufficio Italia del Parlamento Europeo e di Renato Loiero Consigliere per le Politiche di Bilancio del Presidente del Consiglio, intervenuto come Membro del Comitato Tecnico-Scientifico Remind.

La proposta formulata da Remind è quella di applicare la visione di sistema dell’immobiliare allargato utilizzando con un focus sul patrimonio immobiliare pubblico che secondo autorevoli fonti è valutato in circa 300 miliardi.

Già nel 2010 il Dipartimento del Tesoro teorizzava un patrimonio pubblico a valori di mercato procedendo a un censimento dei beni immobili, concessioni e partecipazioni, cercando una nuova cultura contabile che non si fermasse al mero valore registrato dalla Ragioneria Generale.

Per Remind, bisogna inserire concetti nuovi come la valorizzazione e il valore delle compravendite sul mercato attraverso coefficienti e algoritmi basati sulle buone pratiche a livello globale.

Bisogna mettere in campo procedure di armonizzazione tra i parametri utilizzati dal Pubblico e dal Privato come, ad esempio, per quanto riguarda i numerosi criteri di misurazione che vanno a popolare banche dati. Il patrimonio immobiliare pubblico è costituito prevalentemente da immobili posseduti e/o gestiti prevalentemente da Cdp, Demanio e Invimit.

Le proprietà immobiliari sono, inoltre, parte degli attivi di alcuni Dicasteri quali ad esempio i Ministeri della Difesa, della Giustizia e degli Interni, oltre che gli Enti locali.

Grandi complessi immobiliari sono inoltre posseduti da società pubbliche come Poste e Ferrovie. Rimangono fuori dal perimetro descritto gli immobili di Enti previdenziali quali ad esempio Inps e di Inail.

Si tratta prevalentemente di immobili che necessitano di interventi di manutenzione/riqualificazione in una ottica ESG.

Tutto ciò passa necessariamente attraverso la valorizzazione degli immobili al fine di renderli appetibili, sostenibili e funzionali. La crescita sostenibile dell’economia europea passa attraverso investimenti nei settori più innovativi e strategici quali piccole e medie imprese, transizione energetica, abitabilità green, strutture health care e progetti legati alla formazione.

Bisogna riattivare le politiche di social housing, pensando ai giovani e agli anziani; è necessario introdurre misure a sostegno delle assicurazioni, della previdenza, della salute, della sicurezza, dello sport, della cultura, del turismo e dell’accoglienza investendo, altresì, su innovazione, tecnologia e trasformazione digitale per le città e i territori smart per uno sviluppo economico sostenibile della Nazione. Tutto ciò favorirà la ripresa.

Ripresa non significa solo riprendere ciò che è stato abbandonato, ma anche e soprattutto un nuovo inizio. Il comparto Immobiliare allargato continuerà a fornire spunti e idee alle Istituzioni governative, parlamentari e locali, alla luce di quanto ribadito nel corso della conferenza stampa di fine anno dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: la legge di bilancio appena varata è il primo provvedimento del programma di governo che vede la casa come bene primario da non aggravare con ulteriori tasse in una visione di sviluppo sostenibile e messa in sicurezza dell’Italia.

”In un mondo in rapida evoluzione, l’Europa si trova ad affrontare sfide urgenti, come il degrado ambientale e i cambiamenti climatici, la rivoluzione digitale, la transizione demografica, le migrazioni e le disuguaglianze sociali, e le città sono spesso in prima linea nella ricerca di nuove soluzioni. In francese, sviluppo sostenibile si traduce come ”developement durable”, sviluppo ”durabile” o duraturo.

Dunque uno sviluppo che garantisca una certa permanenza nel tempo. In questo senso più autentico, legato alla durabilità, bisogna porre in essere politiche industriali immobiliari a livello di legislazione europea e nazionale”, ha dichiarato Accetta chiudendo i lavori della giornata.

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