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Gianfranco Battisti (ad Ferrovie): «L’Alta velocità? Come l’abbiamo immaginata non esiste più»

“L’Alta velocità come l’abbiamo immaginata sino ad oggi probabilmente non ci sarà più, perché il traffico tipico, che è quello business, si è praticamente dissolto”.

Lo ha dichiarato l’ad di Fs, Gianfranco Battisti, nel corso di un dibattito ad Assisi per il Cortile di Francesco.

E questo, ha spiegato, non solo durante la fase della pandemia, ma anche quando l’emergenza sarà finita “perché nel frattempo ci sarà l’abitudine a gestire diversamente il modo di fare le riunioni, il fatto di farle in teleconferenza cambia il modo di spostarsi” nel settore business.

Invece, ha sottolineato Battisti, “sul trasporto regionale abbiamo un’altra esigenza, molto più strategica, quella cioè di abbassare la curva di ingresso dei treni nelle ora di punta nei grandi nodi urbani”.

Secondo il numero uno di Fs, il vecchio modello concentrato nelle ore di punta “non più funzionare e insieme alle aziende, alle scuole, alle istituzioni va completamente ridisegnato un mondo, perché non è pensabile far viaggiare tutti alla stessa ora coi treni strapieni”.

“Si tratta di un’esigenza strutturale ma non possiamo farlo da soli, abbiamo bisogno dell’appoggio delle istituzioni”.

“Nelle scuole per esempio – ha proseguito Battisti – credo che sia fondamentale avere una forbice di ingresso più ampia, questo ci permetterà di far viaggiare i pendolari in sicurezza, ridistribuendoli”.

“C’è da ridisegnare tutto. Il post Covid è una straordinaria occasione di discontinuità, dobbiamo cogliere tutte le opportunità per creare un nuovo mondo. Sul trasporto regionale, ad esempio, abbiamo l’esigenza strategica di abbassare la curva di ingresso nelle ore di punta”.

“Va completamente ridisegnato il sistema in quanto le persone non possono viaggiare in treni strapieni. Su questo il mondo del trasporto, insieme alle istituzioni, dovrà riflettere”.

“Questo ci permetterà di far viaggiare i pendolari in sicurezza, facendo pagare meno e riempiendo treni che in altre fasce orarie viaggiano vuoti – dice l’ad di Fs – i trasporti si possono considerare centrali in questa epidemia non solo per un tema sanitario e proprio per questo stiamo cercando di rivedere il modello di sviluppo dei trasporti”.

“Nella pandemia abbiamo garantito i collegamenti, pur tagliandoli, non solo per i passeggeri, ma per le merci che hanno garantito la sopravvivenza del Paese. Abbiamo realizzato un treno sanitario con le più alte tecnologie mediche disponibili per andare incontro alle esigenze del momento”, ha proseguito.

“Abbiamo anche riconvertito un’area, ordinando macchinari in Cina, dove oggi produciamo 1milione e 200mila mascherine al mese e la produzione in eccesso la doniamo alla Protezione Civile. C’è stato riconosciuto il fatto che siamo un benchmark per come abbiamo gestito l’emergenza sanitaria ridisegnando completamente il modello del trasporto”, ha concluso.

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