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Dalila Nesci (sottosegretaria per il Sud e la Coesione Territoriale): «Il Sud può rappresentare un polo di eccellenza per il turismo»

“Il Mezzogiorno ricopre un posto da protagonista all’interno dell’offerta legata al turismo archeologico subacqueo nell’area del Mediterraneo. In particolare la Campania, la Sicilia, la Puglia e la Calabria offrono siti di enorme interesse sia per la presenza di eccezionali reperti storici che per la biodiversità dei propri fondali marini.

Il Sud può rappresentare un polo di eccellenza per il turismo archeologico subacqueo a livello internazionale ed è necessario continuare a lavorare per valorizzare questo suo ruolo”.

Lo ha detto, intervenendo alla prima Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico all’interno della XXIIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico a Paestum, la Sottosegretaria per il Sud e la Coesione territoriale Dalila Nesci. “Saluto con favore la candidatura per la certificazione di un ‘Itinerario Culturale Europeo del Patrimonio Archeologico Subacqueo del Mediterraneo’ in grado di collegare il Sud Italia a Egitto, Grecia, Israele e Turchia.

I Siti di Baia sommersa in Campania, le aree di Ustica, Pantelleria e delle Isole Egadi in Sicilia, le Isole Tremiti in Puglia e la marina protetta di Capo Rizzuto in Calabria – ha aggiunto – rappresentano centri culturali di straordinario valore e danno ospitalità a una fauna marina estremamente diversificata. Valorizzare il nostro patrimonio archeologico significa promuovere il turismo responsabile e la tutela ambientale, la vera chiave per lo sviluppo sostenibile.

Con il PNRR abbiamo stanziato 8 miliardi di euro a favore del settore, prevenendo anche investimenti per la digitalizzazione e il collegamento infrastrutturale, soprattutto nelle aree più svantaggiate.

La certificazione di un itinerario culturale europeo che attraversi il nostro Mezzogiorno può rappresentare un contributo immenso sul piano dello sviluppo turistico delle aree interessate, della tutela dei siti a livello ambientale e della loro valenza culturale: creare una rete dell’archeologia subacquea è di fondamentale importanza per ricostruire la complessità storica del Mediterraneo e per creare scambi, cooperazione e sinergie tra i Paesi coinvolti. Perché, citando Alexander Pope, il mare unisce i Paesi che separa”, ha concluso Nesci.

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