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Confcommercio Milano ed Epam: «Con stop all’asporto nei bar alle 18 ulteriore perdita media di fatturato del 46%. A Milano il 91% delle attività si considera a rischio»

Lo stop all’asporto nei bar alle 18 che potrebbe essere introdotto dal Governo con le nuove misure anti-Covid colpisce duramente i pubblici esercizi, in particolare a Milano città: dal sondaggio di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con Epam (l’Associazione dei pubblici esercizi) e dai risultati elaborati dall’Ufficio Studi, emerge come per i bar la perdita ulteriore media di fatturato sarà del 46%.

La perdita sarà più alta a Milano, dove si registra un possibile calo del 50%, rispetto a Lodi (45%), hinterland milanese (40%) e Monza Brianza (38%). La restrizione sull’asporto, sottolinea Confcommercio, arriva in una situazione già drammatica per tutti gli esercizi pubblici: dal 67 all’86% la quota di operatori che considera la propria attività a rischio chiusura, con un picco del 91% a Milano città. Nel dicembre 2020 il fatturato è sceso del 71% in tutte le attività rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Le perdite maggiori si riscontrano nei bar-locali più attivi la sera e nei ristoranti: -77 e -76%.

I contributi previsti dai decreti Natale e Ristori sono giunti al 73% delle imprese: il 29% non li ha ancora ricevuti. «I dati – afferma Lino Stoppani, Presidente di Epam e Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi Confcommercio) –  evidenziano ancora una volta le grandi difficoltà del settore, danneggiato dall’evoluzione della pandemia che trasferisce danni aggiuntivi ad un comparto letteralmente al collasso, mettendo a rischio il modello del pubblico esercizio italiano, diffuso e qualificato». Secondo Stoppani inoltre, vi è un «accanimento normativo» che crea confusione, ha scarsa efficacia sanitaria e impedisce qualsiasi programmazione sul futuro delle imprese, alimentando, oltre ai danni economici, preoccupazione, disagi, disperazione, che hanno effetti anche sulla coesione sociale del Paese».

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