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Ludovico Semerari (Eurispes.it): «Il Covid ha accelerato l’e-commerce cambiando le regole degli acquisti»

“La crescita dell’e-commerce rappresenta uno dei cambiamenti più rilevanti avvenuti negli ultimi anni nell’ambito del commercio internazionale. In questo contesto, uno dei principali effetti del Covid-19 è stato quello di accelerare drasticamente l’utilizzo dei canali elettronici per l’acquisto di beni e servizi. I consumatori hanno cambiato radicalmente le loro modalità di spesa, e milioni di aziende sono state costrette a investire in misura maggiore nei canali di e-commerce esistenti o ad andare online per la prima volta. Con quasi 150 milioni di persone che hanno fatto acquisti su Internet per la prima volta, il Covid-19 ha portato alla compressione di un quinquennio di crescita in un solo anno”. Lo si legge in un approfondimento a firma di Ludovico Semerari pubblicato su Eurispes.it.

“Ad oggi, il commercio elettronico passa attraverso piattaforme on-line dove vengono venduti beni e servizi e si distinguono principalmente tra piattaforme B2B (Business to Business) e B2C (Business to Consumer) – spiega l’autore – Nel primo caso, sia il venditore sia il cliente sono entrambi operatori economici. Nel secondo caso, invece, il venditore è un operatore commerciale mentre l’acquirente è un consumatore”

“La rapida diffusione dell’e-commerce negli ultimi anni, e precedentemente all’avvento della pandemia, è stata favorita da tre distinti fenomeni – si legge ancora su Eurispes.it – Il primo è legato alla rivoluzione verificatasi nel settore della logistica e dei trasporti che negli ultimi anni ha permesso alle aziende di muovere con maggior facilità, e a costi minori, quantità sempre maggiori di beni. Il secondo ha a che fare con le possibilità di accesso alla rete Internet che, soprattutto nelle economie in via di sviluppo, è stata grandemente favorita dall’avvento della telefonia mobile. Infine, il terzo aspetto, strettamente legato al lato aziendale, riguarda l’uso di nuove tecnologie digitali in grado di sostenere tanto lo sviluppo di prodotti che siano più competitivi in termini di prezzi e di qualità, quanto le strategie di marketing e i processi decisionali”.

“Un aspetto che è necessario tenere a mente quando si parla di vendite on-line riguarda il fatto che gran parte delle transazioni avvengono all’interno dei confini nazionali – sottolinea Semerari – Su 4.400 miliardi di dollari, generati a livello globale dal commercio B2C nel 2018, solamente 400 derivano da vendite transfrontaliere”

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