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Confcommercio, a maggio i consumi ancora non recuperano

Neppure la riapertura di diversi esercizi commerciali riesce a far recuperare dal segno negativo i consumi in Italia. A maggio l’Indicatore dei consumi di  Confcommercio ha segnato un calo del 29,4%. “L’economia italiana, nonostante la fine del lockdown, fatica a riprendersi. A maggio i consumi sono calati del 30%, le  famiglie hanno meno reddito e molte imprese rischiano la  chiusura – questo il commento del presidente di Confcommercio, Carlo  Sangalli – ora si passi dagli annunci alla concretezza  dei risultati e che la riduzione dell’Iva, non sia eccessivamente provvisoria:  consumatori e imprese hanno bisogno di certezze”.    

I DATI DI CONFINDUSTRIA

Il dato di maggio sui consumi è meno negativo se confrontato con il -47% registrato ad aprile, nel pieno del  lockdown per contenere la pandemia da Covid, ma conferma grandi  difficoltà soprattutto per i servizi legati al tempo libero.  Tra i settori più colpiti, il tempo libero è quello che  paga il prezzo più pesante (-92% per i servizi ricreativi, tra  gli ultimi anche a riprendere), seguito da alberghi, bar e  ristoranti (-66%) e da abbigliamento e calzature (-55%). Molto  negative anche le prospettive per il Pil nel secondo trimestre, per il quale viene stimata una contrazione a doppia cifra:  -17,4% rispetto al primo trimestre e -21,9% nel confronto annuo (dopo aver toccato rispettivamente -5,3% e -5,4% nei primi tre  mesi dell’anno), nonostante il rimbalzo congiunturale di maggio  e giugno. Per questo mese viene infatti stimata una crescita del  Pil, al netto dei fattori stagionali, del 4,7% su base mensile  (dopo il +10,4% di maggio seguito al -16,6% di aprile) ed un  calo del 17,2% su base annua.

IL QUADRO DEI CONSUMI
Nonostante  l’allentamento delle misure per il contenimento della pandemia e  la graduale ripresa delle attività, la domanda delle famiglie ha stentato a trovare la strada di un recupero incisivo. Per cui anche nel mese di maggio, segnala l’analisi di Confcommercio, sono pochi i segmenti che registrano un segno positivo e sono tutti legati alla maggiore presenza in casa, imposta dal  lockdown: così alimentazione “domestica” (in particolare cibo e  bevande +4,4%), servizi per le comunicazioni (+2,5%) ed energia elettrica (+6,7%) sono tra i pochi settori i cui consumi sono  sopra i livelli di un anno fa. Per molti segmenti non solo il  recupero è “modesto quanto, soprattutto, denso di incognite sul  futuro prossimo”, come nel caso della domanda di autovetture,  dei consumi presso bar e ristoranti, dei trasporti e di tutta  l’area legata al turismo e alle attività d’intrattenimento.

Cifre, secondo Sangalli “che rendono chiara l’entità della montagna che il Paese deve scalare. C’è pochissimo tempo, bisogna passare  subito dagli annunci alla concretezza dei risultati. A partire  dalla liquidità, che molte imprese non hanno ancora visto, fino  ad un piano di rilancio dell’immagine dell’Italia nel mondo”.

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