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Ci vuole un esercito per salvare l’Italia dall’impatto del cambiamento climatico | L’analisi di Stefano Boeri 

“Dobbiamo attivare un esercito di tecnici, un esercito di buoni che non va in guerra ma lavora sulla prevenzione di tutto il mondo della costruzioni in Italiana”. Lo ha detto il presidente della Triennale di Milano Stefano Boeri martedì 20 giugno alla libreria Hoepli, durante la presentazione di “Ecoshock – Come cambiare il destino dell’Italia al centro della crisi climatica” di Giuseppe Caporale, a commento delle catastrofi verificatesi in Italia a seguito dell’impatto del cambiamento climatico già descritte nel libro-inchiesta.

“In Italia abbiamo circa 120 mila architetti, decina di migliaia di geometri, studiosi di territori e di urbanistica, professionisti che potrebbero essere coinvolti in un’azione di monitoraggio in modo strutturato del Paese e aiutarci a capire dove il rischio è accentuato così da prevenire le tragedie” – ha spiegato Boeri. “Abbiamo bisogno di migliaia di occhi competenti che ci aiuti a capire cosa sta succedendo”.

Per Boeri “non possiamo aspettarci molto dalla politica, è piuttosto fondamentale un’azione collettiva, proprio come ha detto anche il Papa nel suo “Laudato Sii”, un testo che ha anticipato considerazioni che scienziati e politici hanno fatto solo di recente” e a cui Caporale dedicato un paragrafo. Un libro che per Boeri lancia un allarme importante e che pone una domanda: cosa possiamo fare. “Dobbiamo fare tutto, tutti insieme e subito – incalza Boeri- perché non abbiamo più tempo e la sfida che abbiamo davanti è gigantesca”. E citando il Papa aggiunge “Abbiamo in prestito questo pianeta e le generazioni future erediteranno quello che abbiamo fatto e che non abbiamo fatto”.

Dopo le tragedie della Marmolada, dell’Emilia-Romagna, di Ischia, Senigallia quello che possiamo fare, secondo Boeri, è senz’altro “cercare di bloccare il consumo di suolo, introdurre una cultura diversa dell’abitare il pianeta, intervenire in molti piani della vita, dalla dieta alla mobilità al rapporto con la natura”. E in merito agli attivisti che usano lo spray per sensibilizzare la politica sul tema del climate change afferma: “Quando passo davanti a Piazza Duomo c’è un gruppo scultoreo straordinario dedicato a Vittorio Emanuele che è stato imbrattato lo scorso marzo da un gruppo di ragazzi e che a distanza di un mese è ancora sporco.

Sia chiaro – puntualizza Boeri – la scelta di imbrattare opere d’arte non solo è discutibile ma è anche condannabile, però questi ragazzi ci stanno dicendo qualcosa, anche se in un modo sbagliato, e non possiamo non tenerne conto. Il fatto che questa piazza, nel cuore della città, in Europa, non sia ancora stata ripulita è un segnale inquietante, che fa pensare. E fa pensare – aggiunge – che il nostro è un territorio già fragile, dove abbiamo costruito tanto, troppo e male e che oggi è messo ancora più in difficoltà da fenomeni legati al riscaldamento globale”.

E conclude sottolineando che “Ecoshock è un libro molto utile  e importante, perché fa i conti in modo olistico con tutte le grandi questioni del cambiamento climatico e del surriscaldamento globale, e lo fa dandoci una serie di dati che non sono stati mai stati raccolti in maniera così precisa e frequente”. 

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