Gli arretrati di cause pendenti tributarie in Cassazione si aggirano attorno a 55mila euro. Si tratta di una quantità «abnorme e senza paragoni», ha detto la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario tributario al Senato, ma spiegando che ci sono già dei primi segnali di miglioramento derivanti prevalentemente da interventi organizzativi e dall’immissione di nuove risorse umane. «Una montagna di ricorsi, che è stata lasciata crescere negli anni e che ora dobbiamo aggredire, con l’obiettivo di alleggerire il fardello dell’arretrato e intervenire sulle cause che l’hanno provocato».
Nell’ultimo anno in Cassazione nell’intera sezione civile, compreso quindi il tributario, la durata di definizione dei procedimenti, ha detto la ministra, si è ridotta del 22% circa e «a durata effettiva dei processi tributari è scesa da 1.550 giorni circa del 2019, a 1.229 a fine febbraio. Circa 300 giorni in meno, non è poco».
La riforma della giustizia tributaria richiesta dal Pnrr entro il 31 dicembre di quest’anno sarà probabilmente anticipata. La data del 31 dicembre «è un termine ultimo che non può essere mancato, ma fin da oggi possiamo dire che riteniamo ragionevole anticipare quell’adempimento: verso questa meta stiamo lavorando, insieme con il ministero dell’economia», ha detto la ministra.
«Il virus non ha fermato la giustizia tributaria». Il 2021 ha visto infatti «una forte ripresa dell’attività con valori in linea con quelli del 2019, anno nel quale non era in vigore la normativa emergenziale Covid-19». E il taglio dell’arretrato rispetto al 2020 «è stato pari al 21 per cento». È un bilancio positivo quello tracciato da Antonio Leone, presidente del Consiglio della giustizia tributaria.
Malgrado il forte condizionamento e le limitazioni dovute alla pandemia che hanno interessato anche il 2021, la giurisdizione tributaria è riuscita lo scorso anno a raggiungere l’obiettivo di assicurare una giustizia tempestiva, motivata ed imparziale, a tutela del cittadino-contribuente e dello Stato impositore, dice rivendicando i risultati raggiunti nella cerimonia in corso a Palazzo Madama, alla quale partecipano la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, e la ministra della Giustizia, Marta Cartabia.
Rispetto al 2020 c’è stato un calo delle nuove controversie: quelle pervenute al 31 dicembre 2021 presso le Commissioni tributarie provinciali e regionali sono state 120.511, con una significativa contrazione rispetto all’anno precedente quando avevano raggiunto quota 157.400. In particolare, i ricorsi presentati presso le Commissioni provinciali sono stati 77.556, a fronte dei 108.699 del 2020, e gli appelli in sede regionale sono stati 42.955 (nell’anno precedente 47.701). È aumentato invece il numero delle controversie decise: nel 2021 sono state 193.293, rispetto alle 141.751 del 2020. Mentre sono calate le pendenze: 272.677 al 31 dicembre del 2021 a fronte delle 345.549 del 2020.