Tutti devono «trarre finalmente e concretamente una lezione dalla concatenazione terribile delle ultime tragedie sui luoghi di lavoro: non c’è futuro senza sicurezza e occupazioni stabili». Così in un’intervista a La Stampa il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, che esorta, in questo tempo proiettato «all’avvenire, a collocare tra le priorità assolute e improrogabili una riforma del sistema produttivo all’insegna della tutela della vita sopra tutto, non più del profitto».
«La concatenazione terribile di questi ultimi giorni ci deve finalmente spingere oltre la ciclica lamentela», spiega. Per Zuppi servono subito «impegno e controlli determinati affinché la piena sicurezza negli ambienti di lavoro sia garantita. Se facciamo tesoro di questi giorni di ‘dopo’ i drammi, possiamo impedire altre situazioni che portano a piangere a causa di scelte non compiute, rimandate, verifiche non esercitate».
«La ripartenza deve garantire un lavoro stabile e sicuro. Tutte e due le cose insieme. E quindi serve un sistema rinnovato affinché non sia una solo una premessa che diventa poi propaganda e basta. Deve essere chiaro un concetto: senza lavoro sicuro e stabile non abbiamo futuro. Non può più esserci una percentuale così alta di gente che è senza lavoro, oppure se ce l’ha non sa se la sera torna a casa vivo e in salute».
«Dobbiamo riflettere sui nuovi schiavi – aggiunge -. E agire per debellare questa piaga vergognosa. Affrontare il mercato nero» e «il caporalato, qualcosa di assurdo, eppure è ancora tremendamente diffuso. Urge una scossa, uno sforzo ulteriore, una determinazione diversa per combattere questa che è la vera grande battaglia. Altrimenti finiremo prestissimo a scontrarci in guerre tra poveri».
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