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Carlo Bonomi (presidente Confindustria): «Il Governo salvaguardi l’industria, ormai è un tema di sicurezza nazionale»

Il maggiore asset del Paese è l’industria. Il debito pubblico italiano va intaccato solo per salvaguardarla. Ne è convinto Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, che nel corso dell’assemblea Federchimica 2022, ha offerto la sua road map per le imprese e illustrato le priorità che a suo avviso dovrebbe affrontare il Governo: ovvero energia e lavoro.

«Sono a rischio migliaia di imprese italiane e centinaia di migliaia di posti di lavoro, e quindi centinaia di migliaia di redditi di famiglie. Non ce lo possiamo permettere. Auspico che nella legge di bilancio si inizi a riconfigurare la spesa pubblica. Spendiamo più di 1.000 miliardi all’anno. Riconfigurare il 4-5% ci metterebbe a disposizione quelle risorse per poter tamponare e non agire sul debito pubblico. Però se fossimo costretti in ultima istanza ad agire sul debito pubblico, dev’essere fatto perché stiamo salvaguardando l’industria. Io capisco la legittima aspirazione dei partiti di rispondere alle promesse elettorali che hanno fatto, ma questo non è il momento», ha affermato Bonomi.

L’unico scudo può essere l’Unione europea, ma se l’Ue non si comporta da Europa mettere mano al debito pubblico diventa, secondo il presidente di Confindustria, inevitabile. «Noi guardiamo ai fatti: gli importanti rimbalzi del Pil che abbiamo avuto nel 2021 e 2022 hanno consentito di avere un extra gettito fiscale molto importante, circa 60 miliardi, che sono le risorse che sono state utilizzate per tamponare le emergenze e non intaccare la discesa di deficit e debito pubblico. Con il rallentamento dell’economia noi non avremo più queste risorse. L’anno prossimo dobbiamo affrontare la perequazione delle pensioni al costo dell’inflazione, circa 10 miliardi, il rinnovo del contratto dei pubblici, stimiamo 5 miliardi, e dobbiamo continuare nelle misure di emergenza, che sono circa 15-18 miliardi a trimestre».

La prima aspettativa di Confindustria nei confronti del nuovo Governo è la salvaguardia dell’industria a 360 gradi. «L’industria è una fortezza senza cui non reggerebbe il maxidebito che abbiamo e senza il nostro export non avremmo avuto una bilancia dei pagamenti positiva fino alla crisi energetica. L’Uk ha dimostrato che puoi avere la tua sterlina, non essere in Europa, avere la seconda piazza finanziaria al mondo ma se hai un enorme debito estero e la tua bilancia dei pagamenti è fortemente squilibrata e fai un annuncio di maxi-tagli in deficit i mercati ti puniscono.

Se questo non è accaduto in Italia negli ultimi due anni di crisi è perché c’è l’industria italiana. E proteggere l’industria è questione di sicurezza nazionale», ha aggiunto Bonomi. «E questo vale ancora di più per la chimica con oltre 90 mld di valore della produzione. La politica non l’ha capito o se lo sa fa finta di non capirlo. Bisogna dire al nuovo Governo che non può ignorare quanto è strategica industria italiana per il Paese. Questa è quello che mi aspetto dal Governo: difendere l’industria italiana che è problema di sicurezza nazionale».

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