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Francesco Bei (la Repubblica): «Alcuni partiti politici stanno giocando a indebolire Draghi»

Alcuni partiti politici stanno giocando a indebolire l’operato del presidente del Consiglio, Mario Draghi. «In particolare il Movimento Cinque Stelle e la Lega», sottolinea Francesco Bei. «La giornata di ieri «è indicativa e mostra il presidente del Consiglio costretto a mettersi sulla difensiva su tutti i fronti, arretrando sotto i colpi dei partiti della sua maggioranza», dice.

«Cosa sta succedendo? La sensazione è che il premier, vista la difficoltà del momento e l’emergenza dell’Ucraina, con tutti i rischi che comporta anche per il piano italiano di ripresa e resilienza, abbia deciso di concentrarsi sulle partite più importanti, lasciando ai partiti qualche bandierina da rivendicare».

«Per salvare il salvabile, ovvero la legge sulla concorrenza, la riforma della giustizia, il piano di transizione verde e il cuore della delega fiscale, Draghi è costretto a cedere qualcosa, a costo di mostrarsi per la prima volta politicamente vulnerabile. Le schermaglie e i conseguenti arretramenti sui temi del fisco e dell’edilizia» sottolinea «hanno catalizzato tutta l’attenzione e tuttavia sono poca cosa rispetto alla battaglia principale, quella sull’atteggiamento italiano rispetto alla guerra in Ucraina, con il nodo dell’invio delle armi alla resistenza contro l’armata della “Z”».

«È quello il terreno di scontro scelto da Giuseppe Conte per alzare il profilo e la visibilità del M5S. Ed è un terreno molto pericoloso, perché tira in ballo la stessa credibilità del Paese a livello internazionale. Non dimentichiamoci che fino a tre anni fa – con il governo Conte-Salvini – l’Italia era considerata la breccia attraverso la quale russi e cinesi stavano penetrando in Europa. Dopo due mesi di guerra in Ucraina, di fronte a un’opinione pubblica giustamente spaventata dal conflitto, è come se certe pulsioni si stessero affacciando di nuovo».

«Ora, se è altamente improbabile che si apra una crisi al buio con la guerra in corso, è anche vero che questo continuo martellamento produce uno stato di tensione che, alla fine, indebolisce l’azione dell’esecutivo. E anche l’immagine di Draghi viene colpita, con il premier dipinto come un guerrafondaio alle dipendenze degli Usa, non da qualche gruppo di estrema sinistra, ma dal principale partner di governo. Un problema» conclude «sempre più imbarazzante anche per il Pd».

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