Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Attenti alll’ipnocrazia | L’analisi di Stefano Mannoni, docente alla facoltà di Giurisprudenza di Firenze

Si può sfuggire all’ipnocrazia di The Donald e Musk? Trance. Confessiamocelo: non è questa la migliore descrizione della condizione di chi ha assistito al discorso di insediamento di Donald Trump? Alla sua sinistra, gli ex presidenti visibilmente invecchiati ed esausti. Alla sua destra, allineati come scolaretti, i padroni delle piattaforme tecnologiche che hanno cambiato il mondo. Dove inizia il sogno e dove inizia la realtà, ammesso che ne resti una.

È questa l’idea geniale che ispira il libro di Jianwei Xun, “Ipnocrazia – Trump, Musk e la nuova architettura della realtà” (Tlon). Proveniente dai ranghi della consulenza e non dell’accademia, questo ignoto signore è destinato a occupare un posto di riguardo ai piani alti della filosofia.

Lasciamo la parola all’autore perché ne vale la pena.

“L’ipnocrazia è il primo regime che opera direttamente sulla coscienza. Non controlla i corpi. Non reprime i pensieri. Induce piuttosto uno stato alterato di coscienza permanente. Un sonno lucido. Una trance funzionale. La veglia infatti è stata sostituita da un sogno guidato. La realtà da una suggestione continua. L’attenzione viene modulata come un’onda. Gli stati emotivi vengono indotti e manipolati. Il pensiero critico viene dolcemente addormentato e la percezione viene rimodellata, strato dopo strato. L’informazione scorre come un fiume ipnotico mentre shock e torpore si alternano in un ritmo studiato. La dopamina scorre nel sistema. L’incredulità si dissolve come nebbia al mattino”.

Perdonerete la lunga citazione ma converrete con me che sono parole potenti. E inquietanti. Perché l’idea forza dell’autore è che da tale condizione l’uomo non può liberarsi. E ciò perché “la realtà si è rotta in mille realtà”.

Ed ecco che Donald Trump ed Elon Musk si propongono come i “sacerdoti di questo nuovo paradigma”.

Il primo esercita un potere ipnotico veicolato da un linguaggio ripetitivo, vuoto ma nondimeno altamente suggestivo.

Il secondo si proietta in una dimensione utopica inducendo le menti in una condizione di “anticipazione ossessiva”.

Entrambi evocano la crisi, reale o immaginaria, e si propongono prontamente come soluzione.

Alle radici di questo successo si stagliano le piattaforme che non vendono pubblicità, ma “stati alterati di coscienza”.

“Non profilano utenti: modulano stati mentali. Non tracciano comportamenti: inducono sogni”.

Si metta il cuore in pace chi pretende di leggere questa evoluzione con le lenti dell’oligarchia e del populismo. Nel flusso ipnotico in cui ci troviamo immersi non c’è salvezza: le “realtà”, se così si possono ancora definire, trovano tranquillamente spazio nelle piattaforme e non c’è un esterno “vero” che ci venga in soccorso dallo stordimento dell’interno “falso”: tutte le narrazioni trovano spazio, non vengono confutate ma metabolizzate, normalizzate, gentilmente accolte.

C’è un riscatto da questa condizione? No, dobbiamo rassegnarci: hanno vinto, con buona pace dei discorsi emancipatori sulla post-verità o l’economia della sorveglianza che non colgono nel segno.

Xun non ci conforta, non ci promette salvezza.

Ci offre solo un consiglio: navigare in questo flusso sforzandosi di ricavare spazi che non possano essere intercettati da questo travolgente, dolce e accudente, dormire.

Il sogno, la conversazione e il recupero di spazi di incontro non sono ancore di salvezza ma solo modeste ciambelle che ci permettono di sottrarre qualcosa di cosciente da un’ipnosi che è – ahimè – ineluttabile.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.