È difficile sottrarsi all’impressione di uno scontro ideologico perfino sui cambiamenti climatici.
Come spiega Massimo Franco sul Corriere della Sera, le polemiche tra maggioranza e opposizioni fanno il paio con quelle alle quali si è assistito non negli ultimi mesi ma negli ultimi anni sul tema dell’immigrazione; delle tasse; della giustizia.
II saldo finale sono riforme abbozzate e disfatte sull’onda delle emergenze, senza una strategia preventiva; e un’irrefrenabile tentazione di scaricare le responsabilità sul passato, finendo per non risolvere i problemi.
Di colpo, chi fino a pochi mesi prima si trovava in maggioranza, pungola gli avversari a fare presto, prestissimo.
Basta registrare gli appelli della segretaria del Pd, Elly Schlein, a Palazzo Chigi dopo i nubifragi disastrosi al Nord e i roghi in Sicilia.
E pazienza se a volte si tratta di misure che avrebbe potuto impostare la coalizione che era prima al potere, e dunque aveva la possibilità di farlo.
La tendenza – prosegue l’editorialista – a rinviare leggi e riforme a dopo l’estate conferma come tutti siano schiacciati su una politica di corto respiro: prigionieri di logiche elettorali e contrasti interni.
Sul cambiamento climatico si avvertono tensioni nella stessa destra contro i «negazionisti».
La riforma della giustizia divide Fdl e berlusconiani.
E il caso Santanché è risolto a metà.
Lo stesso «patto» – conclude – tra la premier e i leghisti su elezione diretta del premier e autonomia regionale differenziata fotografa e vela un contrasto, non un accordo.