Una classe aperta e connessa con alcuni studenti seduti tra i banchi e altri collegati da casa. Di fronte a loro il docente che fa lezione dietro alla cattedra o alla lavagna dando a tutti la possibilità di alzare la mano, fare domande e interagire, dal vivo o virtualmente, grazie alle sofisticate tecnologie.
È un modello formativo “amplificato” dal digitale quello che si immagina Cisco nelle università italiane nell’immediato futuro. A dirlo è l’amministratore delegato di Cisco Italia, Agostino Santoni, intervistato virtualmente dall’Ansa durante il Forum Ambrosetti di Cernobbio dove il manager è fisicamente presente.
“Il digitale può amplificare l’esperienza fisica”, in tutti i campi, sostiene Santoni, evidenziando due temi fondamentali che sono “il futuro dell’educazione e il futuro del lavoro”, accanto ai quali c’è “la straordinaria importanza delle reti, perché tutto quello che ci siamo immaginati può essere efficace solo se le reti sono resilienti e molto performanti”.
Durante il lockdown “abbiamo ulteriormente capito che è fondamentale per tutte le persone nel mondo avere l’accesso a internet”, sottolinea il numero uno in Italia del colosso statunitense. In particolare, uno dei temi chiave durante l’emergenza è stato il supporto alle scuole attraverso le piattaforme digitali: “10 mila scuole hanno utilizzato la nostra tecnologia con un incremento di utilizzo del 5.000% di Cisco Webex”.
Sul fronte dell’Università Santoni cita la Luiss di Roma, che ha trasferito online corsi ed esami, e il Politecnico di Milano, che “ha deciso di dar vita a una esperienza ibrida agli studenti”, in cui il fisico si fonde con il digitale.
“Una logica che può essere applicata, con una modalità ancora più sofisticata al mondo del lavoro”, in cui le aziende stanno ripensando uffici, sale riunioni, chiedendo molta piu’ telepresenza e continuando con lo smartworking.