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Thierry Breton (Commissario Ue per il Mercato Interno): «Entro metà luglio l’Europa immunizzerà il 70% della popolazione adulta, con o senza AstraZeneca»

Il rapporto Ema sul rischio trombosi legato ad AstraZeneca non mette a rischio la campagna vaccinale del continente: entro metà luglio l’Europa avrà abbastanza fiale per immunizzare il 70% della popolazione adulta ed entro settembre per arrivare al 100%.

Lo assicura in un’intervista a un gruppo di quotidiani internazionali, tra cui Repubblica, il commissario europeo all’Industria Thierry Breton, da due mesi posto da Ursula von der Leyen a capo della Task force Ue per aumentare la produzione di vaccini all’interno dell’Unione.

«Abbiamo assicurato almeno 360 milioni di dosi nel secondo trimestre e almeno altri 20 milioni entro metà luglio che si sommano ai 100 milioni già distribuiti. Stiamo rifacendo i calcoli, ma anche se dovessimo rinunciare a 70 milioni di vaccini AstraZeneca saremmo comunque capaci di raggiungere l’obiettivo», afferma Breton.

«Con questi 380 milioni di fiale – tra cui 55 milioni monodose Johnson&Johnson – avremo vaccini a sufficienza per immunizzare il 70% degli adulti in Europa già entro la metà di luglio», spiega. «Secondo gli esperti si tratta della soglia per essere in una posizione assai migliore, per riprendere a viaggiare, avere una vita sociale e garantire la stagione turistica. Ovviamente poi tocca ai governi organizzare tempestive campagne vaccinali, e questo non lo posso garantire io».

«Noi comunque continueremo a lavorare ed entro la fine dell’estate avremo in tutto 600 milioni di vaccini, il che significa che il 100% della popolazione adulta potrà essere immunizzato».

Dopo l’approvazione dell’Ema, in assenza di un contratto Ue, la Germania ordinerà Sputnik in via bilaterale. «Il ministro Jens Spahn ha detto esattamente ciò che penso io: per fare la differenza un vaccino dovrebbe arrivare entro 3-4 mesi e se questo non avviene siamo comunque in grado di farcela. Sputnik potrebbe ottenere il via libera dell’Ema tra 3-4 mesi, ma poi ci vorranno dai 6 ai 12 mesi per produrlo mentre l’Europa nel secondo trimestre avrà circa un miliardo di vaccini».

«Noi rispettiamo l’eccellente lavoro degli scienziati russi e cinesi, ma c’è un malinteso: pensare che vai su Amazon, fai un ordine e il giorno dopo ti arriva a casa è un modo di ragionare della società consumista. Coi vaccini non funziona così, per produrli ci vuole tempo», precisa.

Su Valneva, Breton spiega che «usa una tecnologia molto interessante che ancora non abbiamo nel portafoglio Ue. È alla terza fase di sperimentazione clinica e probabilmente sarà autorizzata dall’Ema a ottobre. Potrebbe rivelarsi importante contro le varianti».

Bruxelles ha spedito una lettera di messa in mora ad AstraZeneca per ottenere le dosi previste dal contratto: i 20 giorni per l’accordo stanno scadendo. «Se AstraZeneca avesse consegnato quanto previsto oggi saremmo messi meglio del Regno Unito. Per il secondo trimestre -sottolinea- erano attese 180 milioni di dosi, hanno tagliato a 70 milioni: sappiamo dove le producono – a Saneffe in Belgio e nella fabbrica olandese di Halix – e siamo fiduciosi che le fiale rimarranno nel continente».

«I lotti trovati ad Anagni vengono spediti agli stati membri e gli amministratori delegati di Halix e AstraZeneca mi hanno garantito che quanto prodotto da febbraio in Olanda – tranne un lotto – è per l’Europa. Per il resto è normale che quando c’è un contratto devi rispettarlo, ma questo dossier è in mano ai nostri servizi giuridici».

Gli Usa, aggiunge, sono più avanti nella vaccinazione «perché non esportano, mentre noi riserviamo il 40% dei nostri vaccini all’estero. Abbiamo contribuito all’80% della campagna vaccinale del Regno Unito, che ora dipende da noi per le seconde dosi, e al 100% a quella di Israele. Vacciniamo i paesi vicini, altrimenti il virus rientra in Europa».

Alla domanda se, quando l’anno prossimo la commissione dovrà fare nuovi contratti con Big Pharma, avrà il sostegno delle capitali, Breton risponde: «i contratti li abbiamo scritti insieme ai governi, il problema è stato il buco di AstraZeneca. Comunque a fine anno saremo il continente con la maggior produzione di vaccini al mondo, ne avremo 2-3 miliardi», conclude.

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