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[Il documento originale] Una famiglia spende ogni anno mediamente 817 euro per gli abbonamenti del trasporto pubblico locale

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Mediamente, il costo di un biglietto ordinario per i mezzi del trasporto pubblico nel 2021, dopo alcuni rincari avvenuti negli anni precedenti, è di 1,30 euro con punte di 1,70 euro; mentre un biglietto a tempo costa mediamente 1,38 euro con punte di 2,50 euro; un biglietto giornaliero, invece costa mediamente costa 4,12 euro, con punte di 5,60 euro.

Il costo di un abbonamento ordinario mensile ammonta a 34,54 euro medi con punte di 55 euro a Perugia, 50 euro a Genova, 49,20 euro a Trapani, 48 euro a Siracusa e Imperia; mentre un abbonamento annuale ha un costo medio di 310,16 euro, con punte di 492 euro a Catanzaro, 480 euro a Brescia, 473 euro a Alessandria, 450 euro a Genova e Imperia.

È quanto emerge da un’analisi della Uil Servizio Coesione Lavoro e Territorio sulle tariffe del trasporto pubblico locale (biglietti, abbonamenti ecc.) nelle città capoluogo di provincia.

La spesa per una famiglia tipo composta da due persone che lavorano e uno studente, commenta Ivana Veronese – Segretaria Confederale UIL – per l’abbonamento annuale ai mezzi pubblici ammonta a 817 euro medi l’anno.

A Genova la famiglia tipo, per l’abbonamento annuale, spende 1.269 euro, a Reggio Calabria ne spende 1.093 euro, a Venezia 970 euro, a Torino 878, a Firenze 872 euro.

Però, la famiglia tipo in sede di dichiarazione dei redditi – spiega Ivana Veronese – potrà portare in detrazione il 19% del costo dell’abbonamento ai mezzi pubblici, autobus, treni, tram e metro fino all’ammontare massimo di 250 euro, recuperando in questo modo 47,50 euro.

La maggior parte delle città offre il servizio di trasporto pubblico gratuito per i bambini legato all’età o alla statura (da non confondere con il servizio dello scuolabus), mentre per i pensionati molte città applicano una scontistica legata all’età o al reddito Isee. Un abbonamento annuale per gli studenti, mediamente, ha un costo di 197 euro.

Tra le particolarità citiamo la città di Catania che offre un abbonamento scontato alle “casalinghe coniugate”, un abbonamento per gli extracomunitari con permesso di soggiorno anche se lavoratori; la città di Parma che offre un abbonamento di libera circolazione per “rifugiati e richiedenti asilo” in accordo con la Prefettura. La Regione Val d’Aosta, durante l’emergenza pandemica, ha offerto il servizio di trasporto pubblico gratuitamente.

Il Trasporto Pubblico Locale costituisce un elemento fondamentale del nostro vivere quotidiano che, purtroppo, sconta l’assenza di una visione strategica di medio-lungo termine necessaria ad un Paese industrializzato e turistico qual è l’Italia.

A nostro parere il rilancio della mobilità fra e nelle città deve partire dal rispetto di regole comuni ed in questo senso – continua Ivana Veronese – riteniamo sia necessario perseguire l’obiettivo della semplificazione e dell’aggregazione delle Aziende che offrono questo servizio in modo tale da supportare una politica industriale che miri a superare il nanismo aziendale che oggi caratterizza in modo particolare il settore del Trasporto Pubblico Locale.

La riforma deve riequilibrare i servizi nelle aree a domanda debole, guardando anche la morfologia del Paese per dare a tutti i cittadini il diritto alla mobilità. 

Al contempo, è imprescindibile presentare un’offerta adeguata ai cittadini – conclude Ivana Veronese – modernizzare il sistema delle informazioni su tariffe, offerte, conoscenza del livello di riempimento dei mezzi, implementare sistemi che non necessitano del ricorso al biglietto tradizionale per i servizi integrati della mobilità.

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