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Mario Platero (Repubblica): «Il Recovery fund diventi strutturale al più presto per accelerare l’unione fiscale europea»

“L’America accelera: lo stanziamento di 1.900 miliardi di dollari firmato ieri in legge da Biden per rispondere alle difficoltà economiche generate dalla pandemia non va solo inquadrato nel contesto interno, ma in quello di una risposta globale alla crisi economica da Covid-19, con Paesi che cercano allo stesso tempo di rispondere all’emergenza, ma anche di creare piattaforme su cui costruire il loro futuro”. Ne parla su Repubblica Mario Platero, secondo il quale “non c’è dubbio che l’America in termini assoluti, soprattutto in questo 2021, si sta muovendo in avanti molto più rapidamente della Ue e di buona parte del G7.

Per dare un punto di riferimento internazionale, tra l’anno scorso e quest’anno gli Stati Uniti hanno stanziato complessivamente 5.300 miliardi di dollari per far fronte a esigenze di cassa immediate, circa il 27% del Pil. L’Europa con il NextGenerationEU ha stanziato circa 900 miliardi di dollari, fondi che hanno una componente di “investimento” per il 2022, non andranno direttamente in tasca ai cittadini europei e rappresentano circa il 7% del Pil complessivo. Certo il passo in avanti è rivoluzionario, un primo tassello chiave per il progetto che dovrebbe portare all’unione fiscale.

Ma da un punto di vista competitivo globale le grandi regioni industrializzate in un momento di crisi come questo devono tenere il passo della crescita utilizzando la classica leva di stampo keynesiano anche con trasferimenti immediati. Con stanziamenti anti-Covid pari al 27% del loro Pil (al quale farà seguito un imponente progetto infrastrutturale) gli Stati Uniti innescheranno una dinamica di crescita molto più rapida di quella europea.

Morale? L’occasione per accelerare l’unione fiscale europea è adesso, non nel 2022. Che il Recovery fund diventi strutturale al più presto. Guai a perdere gli appuntamenti con la storia”.

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