Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Lo squillo di tromba, la sconfitta dei mediocri e il primo errore della Meloni | Le analisi di Stefano Folli, Marcello Sorgi e Mario Sechi

“Dalla Sardegna parte uno squillo di tromba che fa bene a tutta la compagnia dei progressisti. Un’alternativa a questa destra è possibile”.

Lo scrive la segretaria del Pd, Elly Schlein, postando sui social network le fotografie della festa di Alessandra Todde, eletta presidente della Regione Sardegna. “Dal 2015 il centrosinistra non strappava una regione alla destra. La strada, forse, e’ quella giusta”, aggiunge Schlein.

L’analisi di Stefano Folli, la Repubblica: “L’azzardo”

Da oggi – scrive su Repubblica Stefano Folli, all’indomani della vittoria di misura in Sardegna della candidata di Pd e M5S, Alessandra Todde – comincia un nuovo capitolo nella storia del governo Meloni e della maggioranza che lo sostiene, ma anche dell’opposizione, in prospettiva della stessa legislatura. Il voto sardo ha spazzato via molte certezze e fatto giustizia di altrettante illusioni. La prima delle quali era l’idea che la Sardegna fosse a disposizione della coalizione regnante a Roma, dimenticando che gli abitanti dell’isola sono gente poco incline a farsi dire come comportarsi. Cambiare in corsa il presidente uscente, Solinas, per quanto mediocre, e imporre un personaggio altrettanto poco affidabile nonché reduce da un’esperienza tutt’altro che gloriosa come sindaco di Cagliari, dove ha preso il 20 per cento meno della sua concorrente, si è rivelato un azzardo eccessivo. Truzzu, l’uomo sbagliato nel posto sbagliato, ha trovato il voto dei piccoli comuni, ma ha perso quello delle città. Per la prima volta Giorgia Meloni ha commesso un errore grave, e proprio sul terreno che in teoria le è più congeniale: la gestione del consenso, la capacità d’interpretare un elettorato che chiede cose semplici e concrete. Si tratta di una sconfitta grave per le circostanze in cui è maturata e per la sfida in corso nel centrodestra, che ha visto la leader della coalizione tentata di assestare il colpo di grazia o quasi al suo rivale Salvini. In base al principio che il potere non si divide e due galli nello stesso pollaio sono destinati a non convivere. Ma il governo non è un pollaio, soprattutto perché alle volte è peggio. Ora è presto per dire che è cominciato il declino meloniano, tuttavia la stagione in cui tutto era visto con indulgenza, persino con una certa soggezione psicologica di fronte alla vincitrice del 2022, è finita.
 
L’analisi di Marcello Sorgi, La Stampa: “Sbagliato imporre”

Salutata esageratamente quasi come la presa del Palazzo d’Inverno, e seguita dall’annuncio de destra-centro che chiederà il riconteggio dei voti, la vittoria d’un soffio, di Todde e del centrosinistra formato 5 stelle-Pd non ha certo valore nazionale, ma un certo peso ce l’ha. Intanto perché interrompe la serie di sconfitte che sembravano irrimediabili e segna la prima caduta del destra-centro che pareva imbattibile. Poi perché spinge a ragionare, a sinistra come a destra, sul presente e sul futuro, con la regola aurea del pessimismo dell’intelligenza e dell’ottimismo della volontà. Se infatti il centrosinistra avesse potuto sommare alla fine tutti o quasi i voti confluiti sulla lista di Soru avrebbe superato il 50 per cento. Non male per uno schieramento che da un anno e mezzo, dopo la vittoria di Meloni alle politiche e la sua ascesa a Palazzo Chigi, appariva soggiogato dai suoi conflitti interni e non più amalgamabile, viste le divisioni profonde e non superabili tra Conte e Schlein (la seconda più unitaria del primo), su materie sensibili come le guerre in Ucraina e Medio Oriente e i rapporti con Putin e Israele. A questo bisogna aggiungere il successo delle due liste, con il Pd che ridiventa primo partito. Quanto al centrodestra, la sconfitta in Sardegna è stata preparata e cercata a Roma da Meloni e dai suoi alleati. Si sapeva che il governatore uscente Solinas non era ricandidabile perché lui e la sua amministrazione avevano dato modesta prova di se stessi. E dovendolo sostituire, sarebbe stato meglio, invece di litigare sul nome del successore, come hanno fatto a lungo Meloni e Salvini, scegliere una persona capace ed equidistante da loro. Invece la premier ha preferito imporre un suo amico dai tempi della politica giovanile, sindaco di Cagliari più o meno mediocre di quanto Solinas lo era stato come governatore della Sardegna.


L’analisi di Mario Sechi, Libero: “Il primo errore della Meloni”

«La Sardegna è un laboratorio politico», diceva Francesco Cossiga, come ricorda oggi su Libero Mario Sechi. Le elezioni hanno confermato le parole del Presidente, commenta Sechi, i dettagli locali diventano quadro nazionale. Il primo fatto è la dimostrazione della legge dell’alternanza sarda, quando gli elettori dell’isola non sono convinti, i calcoli sono vani, la lista Soru doveva consegnare una facile vittoria al centrodestra e invece abbiamo visto una sfida serratissima. Il secondo fatto è una conseguenza del primo, Paolo Truzzu è stato bocciato a Cagliari, il capoluogo della Regione di cui era primo cittadino, ha preso meno voti della coalizione che lo sosteneva. Doveva essere una corsa in scioltezza e invece… Il terzo punto è un passaggio di logica politica, la scelta del candidato del centrodestra è stata comunque sbagliata. Errore nel metodo, nell’analisi e nella qualità della scelta. Il quarto elemento discende dal terzo, la candidatura di Truzzu è, in ogni caso, il primo vero errore di valutazione fatto da Giorgia Meloni da quando è premier. Il quinto punto è un bagliore dal futuro: l’arrivo di Meloni a Palazzo Chigi ha innescato una semplificazione della  mappa politica, la sua guida favorisce un modello bipolare, la riforma del Premierato va in questo senso, la conseguenza è che “il campo largo” è destinato a saldarsi, nonostante Schlein e Conte. Divisi hanno perso le elezioni politiche, insieme hanno corso bene in Sardegna. Siamo all’inizio di un Big Bang, ci sarà un consolidamento della mappa politica che passerà per le elezioni europee, fino ad atterrare nel voto nazionale, quando ci sarà.

Chi è Alessandra Todde

È entrata per la prima volta in parlamento, alla Camera, dopo le elezioni politiche del 2022, ma prima aveva già avuto incarichi in due governi: era stata sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico nel secondo governo di Giuseppe Conte, quello sostenuto da M5S e PD, dal 2019 al 2021, e poi viceministra sempre allo Sviluppo economico nel governo di Mario Draghi, fino a ottobre del 2022.

È originaria di Nuoro, città nella zona centrorientale della Sardegna.

La carriera da manager

Alessandra Todde è stata Amministratore Delegato di Olidata, quotata alla Borsa di Milano dal
1999, oggi la nuova mission di Olidata è quella di diventare il primo veicolo quotato in Europa
interamente dedicato all’Internet of Things Asset Class, focalizzando il progetto industriale di
consolidamento del settore IT su scala europea.
Alessandra Todde è stata Partner in Kaufmann & Partners, una società di investitori e consulenza
aziendale con sede a Madrid focalizzata su Telco, Networking e Tecnologia. In particolare, K&P
fornisce finanziamenti e il suo supporto a start-up altamente innovativi nello spazio di mercato FinTech, Intelligenza artificiale, Blockchain ed Economia circolare.
In Kaufmann & Partners, Alessandra ha guidato il finanziamento e la consulenza per il programma
di start-up innovative e l’Unità di ricerca K&P.
Fondatrice e CEO di Energeya, società leader nel settore del trading energetico e del software di
gestione del rischio, acquisita da FIS Global (ex Sungard) nel 2015, Alessandra è stata VP Energy
and Corporate lntelligence Markets EMEA in Expert System, Sr Advisor Energy Markets in FIS
Global, Director of Vendite Europa sud-orientale a Sungard e Amministratore delegato Europa
meridionale a Nexant. (precedentemente Excelergy).
Nel dicembre 2018, Alessandra è stata premiata tra le Italian Ispiring Fifties, un riconoscimento alle
donne italiane più influenti della Tecnologia.
Nel dicembre 2014 Alessandra è stata premiata dalla Delegazione Sarda dell’AIDDA (Associazione
Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda) come Imprenditore dell’anno.
Alessandra ha conseguito una Laurea Magistrale in Informatica e in Ingegneria informatica rilasciata
dall’Università di Pisa.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.