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L’anno nero del turismo italiano fotografato dall’Istat: oltre il 50% in meno di presenze rispetto al 2019

Il 2020, come facilmente immaginabile, ha soprattutto provocato un effetto univoco per tutti i Paesi europei riguardo i flussi legati al turismo: e cioè un profondo shock. Secondo l’Istat, nei primi 8 mesi del 2020, si è registrato un calo di oltre il 50% delle notti trascorse nelle strutture ricettive in Ue, rispetto al 2019.

I dati provvisori del nostro Paese, raccolti dall’Istituto nazionale di statistica, relativi ai primi nove mesi del 2020, sono in linea con il trend europeo ed evidenziano i danni per il turismo interno, a causa della pandemia, dopo anni di crescita costante del settore. Rispetto allo stesso periodo del 2019, con quasi 192 milioni di presenze in meno, l’Italia ha fatto registrare il -50,9% delle presenze. E lascia sconcerto pensare ai record macinati giusto pochi mesi fa. Il 2019, infatti, aveva fatto registrare un ulteriore record dei flussi turistici negli esercizi ricettivi italiani, con 131,4 milioni di arrivi e 436,7 milioni di presenze, in costante crescita in confronto con gli anni precedenti.

E dire che a gennaio, l’espansione dei flussi turistici sembrava confermata dai primi dati: +5,5% gli arrivi e +3,3% le presenze di clienti negli esercizi ricettivi italiani, rispetto allo stesso mese del 2019. Auspici mandati in fumo già dal mese di febbraio, a causa degli effetti della pandemia e delle conseguenti misure di contenimento (-12,0% gli arrivi e -5,8% le presenze).

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