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Jeremy Rifkin (Economista): «Ormai è il mercato a spingere verso la transizione. Europa più avanti degli Usa»

«Ormai è il mercato a spingere verso la transizione». Lo afferma in un’intervista a Repubblica Jeremy Rifkin, punto di riferimento degli economisti e degli attivisti ambientali, commentando il summit mondiale sul clima voluto da Biden.

«Le fonti rinnovabili – aggiunge – stanno per diventare più economiche di quelle tradizionali. Già è successo per gas, carbone, nucleare, sta per succedere per il petrolio. E per fortuna è stato messo a tacere chi sosteneva che l’uranio è una fonte ecologica».

Per Rifkin si tratta di «un passaggio storico» e anche «inevitabile», in quanto «negli Stati Uniti c’è già un’immensa quantità di infrastrutture abbandonate. Oleodotti, piattaforme oceaniche, impianti di stoccaggio, stabilimenti di produzione di energia, gruppi elettrogeni d’emergenza, impianti di trasformazione petrolchimica. Tutti dismessi, lasciati ad arrugginire al sole, per un valore di 100mila miliardi. E investimenti già programmati per 11 miliardi sono stati fermati per riorientarli in modo più realistico».

Quindi, spiega l’economista, «dove il mercato esercita più fortemente il suo potere è nella finanza: i grandi fondi come BlackRock, Fidelity, Goldman Sachs, le grandi compagnie assicurative, gente che gestisce patrimoni che si calcolano con i trilioni, uno dopo l’altro dicono: investiremo i risparmi che ci vengono affidati solo in aziende impegnate nella decarbonizzazione». E ciò fa la differenza, anche se lui si fida più dell’Europa che dell’America, perché «sta guidando la transizione, l’America segue».

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