Pubblichiamo integralmente la dichiarazione congiunta dei Ministri Adolfo Urso e Bruno Le Maire
1. Noi, Italia e Francia, cooperiamo assieme per un’Europa più verde, più coesa e più sovrana. Siamo determinati a rafforzare il ruolo guida dell’Unione europea a livello globale e a sostenere i suoi sforzi per garantirne la competitività e la prosperità a lungo termine.
2. Questa dichiarazione fa leva sul Trattato del Quirinale e ne consolida le ambizioni: approfondire la nostra cooperazione bilaterale e pronunciarci a favore di una politica industriale UE efficace. La nostra comune visione è che vi sia bisogno di una politica che promuova la transizione verde e digitale, sostenga la competitività dell’industria e garantisca la nostra autonomia strategica. Riteniamo che i tempi siano maturi per una visione strategica industriale aggiornata dell’UE, che contemperi le sfide di breve e medio periodo con le aspettative di lungo termine. Questa visione si dovrà riflettere sulle trasformazioni strutturali che l’attuale contesto geopolitico globale rende necessarie, in chiave di sostegno della competitività dell’industria dell’UE e per assicurare l’indipendenza strategica in settori nevralgici.
Finanziare la nostra comune ambizione
3. Tenuto conto del potenziale del Green Deal Industrial Plan, siamo parimenti impegnati a lavorare per il miglioramento degli schemi finanziari per la doppia transizione. Italia e Francia condividono la medesima visione: riteniamo di dover inviare un messaggio forte alla comunità imprenditoriale per sottolineare che l’Europa è, e rimarrà, un continente attrattivo per coloro che investono nel mercato unico, in particolare nella transizione verde e per aiutarci a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. L’invasione russa dell’Ucraina, la crisi energetica e le politiche come l’Inflation Reduction Act (IRA) hanno innescato la necessità di aggiornare la nostra politica industriale, per conseguire ambiziosi obiettivi in campo ambientale, dando prova di maggior determinazione e speditezza nella fase attuativa. Sosteniamo pienamente il lavoro del Consiglio UE-USA per il commercio e la tecnologia nel segno della chiarezza e della trasparenza. Incoraggiamo la Commissione europea a presentare un’analisi e una valutazione d’impatto esaustive degli strumenti finanziari sulla transizione verde, evitando al contempo effetti distorsivi degli aiuti di Stato nel mercato unico. Sottolineiamo l’importanza di una strategia globale che includa la governance economica, la necessità di rafforzare la competitività e la produttività a lungo termine dell’Unione europea, preservando al contempo il mercato unico e le regole di concorrenza. Siamo determinati ad accelerare quanto prima l’attuazione dell’Unione dei mercati dei capitali per stimolare gli investimenti privati nell’industria verde.
4. Siamo favorevoli ad un aggiornamento delle norme sugli aiuti di Stato per garantire un mirato, temporaneo e proporzionato sostegno ai settori industriali strategici dell’Agenda di Versailles, con un focus specifico sulla transizione verde (energia solare ed eolica, batterie e materie prime critiche). Siamo favorevoli ad una risposta comune europea all’Inflation Reduction Act, inclusa la proposta della Commissione sul Quadro temporaneo di crisi e di transizione (TCTF), consapevoli della necessità di preservare l’integrità del mercato unico e le regole di concorrenza. Tenuto conto delle conclusioni del Consiglio europeo straordinario del 9 febbraio 2023, è necessario un riorientamento strategico degli aiuti di Stato a sostegno di questi settori industriali. Ogni eventuale revisione delle intensità di aiuto e dell’ammontare degli aiuti, unitamente ad una temporanea semplificazione della cd. matching clause, dovrà essere disegnata sulla base di un approccio bilanciato, finalizzato a supportare progetti mirati e strategici. Accogliamo positivamente ogni ulteriore impegno nella revisione del Regolamento generale di esenzione per categoria (GBER), per favorire i progetti maggiormente strategici e le garanzie a lungo termine, oltre all’’introduzione di modifiche più ambiziose in termini di semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi nell’intero processo di notifica e autorizzazione per i progetti di investimento della transizione verde, in particolare quelli di interesse comune.
5. Sosteniamo la volontà della Commissione di semplificare e rendere più chiare le regole in materia di IPCEI (Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo), adottando specifiche esenzioni e un Codice di buone pratiche, come illustrato dalla Commissione a tutti gli Stati membri in occasione del Gruppo Concorrenza del 14 febbraio 2023. Il Codice contribuirà certamente ad un funzionamento più efficiente ed ottimale degli IPCEI e ad una migliore qualità dei progetti. Inoltre, per garantire un’ulteriore semplificazione e velocizzazione della procedura IPCEI, riteniamo che il GBER debba prevedere esenzioni specifiche per le piccole e medie imprese (PMI), ivi incluse le start-up che operano come partner diretti nel quadro di un IPCEI. In tal senso, sosteniamo specifiche esenzioni per progetti di ampio respiro, che comprendano una fase di ricerca e sviluppo e una di “prima applicazione industriale”, nei casi in cui l’importo dell’aiuto richiesto sia inferiore a 50 milioni di euro. Riteniamo che queste proposte potrebbero ridurre significativamente l’onere amministrativo in capo alla Commissione europea nel contesto delle procedure di notifica degli IPCEI. Un aumento di queste soglie, inoltre, consentirebbe alla Commissione di circoscrivere il proprio esame alle procedure di notifica degli aiuti di importo più elevato, con maggior potenziale distorsivo della concorrenza nel mercato unico.
6. Ribadiamo la necessità di portare a termine gli IPCEI in corso e l’importanza di svilupparne di futuri, in particolare attraverso il Forum europeo congiunto per gli IPCEI. Italia e Francia evidenziano la necessità che, entro la fine del 2023, vengano adottate le decisioni della Commissione sulle due tornate di IPCEI Idrogeno (Hy2SupplyInfra and Hy2Move), IPCEI Cloud e servizi di infrastruttura, IPCEI Microelettronica e ICT e la prima tornata di IPCEI Salute (Med4Cure). Auspichiamo, inoltre, di poter prenotificare la seconda tornata di IPCEI Salute (Tech4Cure) entro la fine dell’anno in corso. Sulla base di queste premesse, Italia e Francia sostengono l’iniziativa dell’Austria per l’avvio del Forum europeo congiunto per gli IPCEI, adoperandosi per compiere ogni sforzo possibile al fine di partecipare attivamente ai negoziati con gli Stati membri.
7. Sosteniamo fermamente l’istituzione del Fondo sovrano europeo, che supporti la capacità produttiva industriale nei settori strategici, da sviluppare in primis con fondi già disponibili. Siamo determinati a contribuire ai lavori dell’Unione europea su questo tema, mediante una proposta congiunta da presentare alla Commissione al fine di delineare un’agenda ambiziosa. In tal senso, attendiamo le proposte della Commissione, basate sull’analisi dei fabbisogni attuali, con l’obiettivo di presentare una risposta strutturata in due fasi, sul breve e medio periodo.
8. Accogliamo con favore le conclusioni del Consiglio europeo straordinario del 9 febbraio 2023 sulla maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi europei (Recovery and Resilience Facility, Repower EU e Politiche di coesione), anche per consentire la più ampia sinergia tra questi.
9. Sosteniamo una politica commerciale equilibrata e responsabile. Nello specifico, occorre che la nostra politica commerciale sia in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Supportiamo il pieno utilizzo degli strumenti di difesa commerciale, con particolare riferimento ai settori industriali emergenti, essenziali per la transizione verde e digitale dell’UE.
Adattare le nostre politiche
10. Siamo favorevoli ad una tempestiva ed ambiziosa riforma dell’assetto del mercato europeo dell’energia elettrica nel 2023. Riteniamo che il mercato all’ingrosso dell’elettricità, in cui il prezzo è definito dalla fonte di produzione più onerosa (denominata capacità marginale), stia consentendo un’allocazione ottimale delle risorse. Tuttavia, l’attuale configurazione del mercato non è in grado di (i) assicurare che i consumatori siano esposti equamente ai costi di lungo periodo della generazione di elettricità a basse emissioni di CO2 (ii) fornire incentivi a lungo termine per investire nella capacità di produzione necessaria a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. Pertanto, quest’ultima configurazione ostacola gli investimenti nella decarbonizzazione delle nostre economie, che sono necessari per raggiungere gli obiettivi climatici. La nuova configurazione del mercato dovrebbe integrare in maniera strutturale mercati di breve termine con strumenti a lungo termine, quali i contratti che regolano la somministrazione di energia elettrica (PPA), contratti per differenza (CfD) e Capacity Markets per lo stoccaggio e la capacità termica. Infatti, uno degli obiettivi di questa riforma è quello di avvicinare i prezzi corrisposti dalle diverse categorie di consumatori al costo di produzione del mix elettrico, al fine di promuovere la decarbonizzazione e l’elettrificazione. Per questo motivo, è importante garantire che i CfD e i PPA siano in grado di trasferire ai consumatori il costo di produzione del mix elettrico e non il costo della capacità marginale.
11. Avvieremo un lavoro congiunto sulle materie prime critiche nell’ottica di assicurare adeguati approvvigionamenti, fattore chiave per ridurre le nostre dipendenze strategiche. Considerato che gli approvvigionamenti europei devono soddisfare un elevato livello di sostenibilità, Italia e Francia si impegnano a migliorare le condizioni per innalzare ai massimi livelli gli standard ESG per le attività estrattive e di raffinazione, nonché per la tracciabilità di alcuni prodotti, così come previsto dal futuro Regolamento sulle batterie. Auspichiamo una più intensa cooperazione tra le rispettive agenzie di intelligence economiche e minerarie e tra le nostre imprese, esplorando le opzioni disponibili per investimenti congiunti in progetti per le materie prime, quali miniere, raffinerie e riciclo, ed inoltre per assicurare gli approvvigionamenti strategici, dopo aver individuato le complementarietà tra le diverse catene del valore, incluse le batterie. Italia e Francia condivideranno buone pratiche per sostenere relativi progetti attraverso investimenti privati e, se necessario, pubblici. Nel quadro della futura regolamentazione europea sulle materie prime, sosterremo obiettivi minimi di produzione nazionale per le materie prime strategiche, decise di comune intesa, al fine di coprire il più possibile il nostro fabbisogno industriale entro il 2030.
12. Riteniamo necessarie procedure più sostenibili in materia di appalti pubblici, poiché il Made in Europe trae impulso dal settore pubblico. Siamo favorevoli alla promozione di migliori criteri qualitativi e all’estensione dei meccanismi di prevenzione di offerte da parte di paesi terzi, in assenza di condizioni di reciprocità rispetto all’apertura commerciale UE. Le direttive sugli appalti pubblici, adottate dieci anni orsono e non più in linea con le priorità dello European Green Deal né del contesto globale, necessitano di una revisione. Supportiamo inoltre una piena attuazione del regolamento sullo Strumento per gli appalti internazionali (IPI), Regolamento (UE) 2022/1031, coerentemente con gli obblighi derivanti dalla partecipazione all’Accordo sugli appalti pubblici dell’Organizzazione mondiale del Commercio (OMC/AAP), che mira a promuovere la reciprocità nell’accesso ai mercati degli appalti internazionali, nonché del Regolamento sui sussidi esteri, dal momento che la mancata dichiarazione degli stessi distorce la concorrenza nel mercato unico.
13. Affermiamo la nostra priorità condivisa per la cooperazione nel settore dell’idrogeno. È significativo che entrambi i Paesi siano rappresentati nei quattro IPCEI idrogeno e ci impegniamo nella ricerca di nuovi percorsi per la cooperazione scientifica e tecnologica tra Italia e Francia.
14. Riconosciamo l’importanza dello sviluppo di nuove tecnologie e la necessità di rafforzare la sovranità digitale europea. In tal senso, intendiamo lavorare congiuntamente su progetti di ricerca per lo sviluppo di prodotti e servizi digitali europei. Inoltre, condividiamo l’obiettivo di una rapida realizzazione dell’iniziativa europea per una connettività sicura IRIS2, facendo leva sulle sinergie tra asset governativi e commerciali europei, a beneficio dei governi, delle imprese e dei cittadini dell’Unione europea. Contestualmente, riconosciamo l’importanza di collaborare ad una visione comune sugli aspetti regolatori della legislazione europea. A tal fine, sosteniamo la proposta di creare un forum ad hoc, al cui interno condividere le migliori prassi nazionali e discutere delle questioni normative sulla regolamentazione digitale.
15. Sosteniamo con decisione le nostre industrie del settore automotive e la loro competitività nella transizione verso una mobilità decarbonizzata. Questa transizione avrà un forte impatto sulle industrie del settore automotive europee: i suoi obiettivi finali potranno essere raggiunti solo tramite un quadro regolatorio e di mercato prevedibile, con particolare attenzione all’impatto economico e sociale di tale transizione. In primo luogo, questa transizione non dovrà causare un afflusso massiccio di veicoli elettrici prodotti al di fuori dell’Unione Europea, dove le condizioni sociali e i vincoli ambientali sono meno stringenti. Saremo pertanto attenti a che la concorrenza non sia falsata. In secondo luogo, dovremo assicurare che le nuove eventuali normative europee, come l’Euro 7, non ostacolino gli investimenti necessari a raggiungere gli obiettivi del pacchetto europeo Fit for 55.
16. Conveniamo di rafforzare la nostra cooperazione nel settore dello spazio. A testimonianza di ciò, la Francia e l’industria francese renderanno disponibile la capacità industriale necessaria nel breve periodo per assicurare un pronto ritorno al volo di Vega C e lavoreranno assieme all’Italia per assicurare un utilizzo sostenibile di Vega C.
17. Siamo impegnati ad approfondire la nostra cooperazione avviata attraverso i gruppi di lavoro appositamente istituiti. Tali gruppi pongono le premesse affinché Italia e Francia identifichino soluzioni da proporre a livello europeo negli ambiti di comune interesse, mediante un dialogo al tempo stesso produttivo e inclusivo, aperto ai portatori di interesse.