Si avvicina al traguardo il primo progetto italiano di Ccs (Carbon Capture and Storage) portato avanti da Eni e Snam attraverso una joint venture paritetica.
L’obiettivo, scrive MF, è fare di Ravenna il principale hub del Mediterraneo e uno dei più grandi al mondo per lo stoccaggio della CO2.
Un anno dopo la firma dell’accordo per la joint venture, secondo l’aggiornamento del piano fornito da Snam, i lavori relativi alla prima fase hanno raggiunto un progresso superiore al 60% e le prime molecole di CO2 potranno essere immesse già nei primi mesi del 2024.
L’accordo di sviluppo con Eni prevede un investimento complessivo di circa 130 mln di euro per la sola fase sperimentale, quella cioè che consentirà di catturare 25mila tonnellate di CO2 dalla centrale Eni di Casalborsetti (Ravenna), per poi convogliarle verso la piattaforma di Porto Corsini Mare Ovest e iniettarle nell’omonimo giacimento a gas esaurito, nell’offshore ravennate.
Per la fase industriale in partenza nel 2026, che contribuirà alla decarbonizzazione delle industrie dei settori “hard to abate” di Ravenna e Nord Italia, sono ancora in corso le valutazioni sugli investimenti.
Ma l’ad di Snam, Stefano Venier, proprio da Ravenna fa una stima di 1,5 mld.
“Ci sono piattaforme esaurite che diventano naturali depositi per la CO2: la realizzazione delle infrastrutture per questo progetto pilota è oltre il 60%.
Già nel 2024 potremo catturare le molecole di CO2 e intombarle nell’Adriatico.
L’obiettivo, una volta conclusa la fase pilota, è arrivare fino a 4 milioni di tonnellate annue (la fase industriale, ndr), e potenzialmente a 16 milioni di tonnellate annue a regime”, spiega Venier.
Il cronoprogramma, infatti, prevede che dal 2030 in poi la grande capacità dei giacimenti offshore ravennati possa permettere di incrementare la portata a 16 o persino più milioni di tonnellate l’anno in base alle richieste provenienti dal mercato che, a quel punto, potrà allargarsi anche ad altri Paesi del Mediterraneo.
Per garantire il servizio di trasporto necessario allo sviluppo della fase industriale, Snam svilupperà un’infrastruttura onshore riutilizzando, quando possibile, le tubazioni esistenti.
A Ravenna il gruppo guidato dall’ad Venier ha presentato anche la tabella di marcia aggiornata per l’arrivo della Fsru Bw Singapore, la seconda nave rigassificatrice, che entrerà in esercizio per la fine del 2024, garantendo all’Italia altri 5 miliardi di metri cubi di gas in aggiunta a quelli già forniti dalla gemella in attività a Piombino, la Fsru Golar Tundra.
A fare il punto, in particolare sulle opere di allaccio alla rete gas nazionale è stato lo stesso Venier, col sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, e il chief operating officer di Snam, Massimo Derchi.
Al picco di attività saranno impiegate più di 1.200 persone e verranno coinvolti più di 100 fornitori della provincia di Ravenna e della Regione Emilia Romagna, e assegnati contratti a imprese del territorio per oltre 300 mln.