Con un post su Facebook, il biologo Enrico Bucci, professore aggiunto alla Temple University di Filadelfia (Usa), ha messo in guardia sull’evoluzione del Coronavirus. “Non credevo fosse necessario, ma evidentemente mi sbagliavo. Tocca difendere il lavoro di chi, guardando ai dati, non abbandona un atteggiamento di prudenza nella loro interpretazione e non rilascia dichiarazioni improntate ad ottimistiche certezze. Questa difesa è divenuta necessaria perché la narrativa del ‘virus è finito’ si è fusa con quella che afferma è stata tutta una montatura: come nelle più classiche reazioni post-traumatiche. Va ribadito che il virus non è affatto scomparso – nemmeno in Italia – e che quindi è esigenza di sicurezza nazionale continuare e potenziare il monitoraggio – con metodi che vanno dall’analisi sierologica al tracciamento dei contatti di chi risulta positivo al tampone, al controllo a campione”.
“La prudenza dei ricercatori deriva dall’applicazione rigorosa del metodo scientifico, e non è legata ad un atteggiamento personale, ma a usare correttamente gli strumenti cognitivi di cui essi dispongono: sicché anche oggi, in presenza degli annunci su ottimi risultati ottenuti con un antinfiammatorio nel trattamento dei pazienti che necessitano di ossigeno, io posso essere contento come essere umano, come lo fui quando furono annunciati i risultati del vaccino di Moderna o del Remdesivir, ma – ha concluso Bucci – chiedo di vedere i dati prima di esprimermi, e mi piacerebbe che non fossero fatti annunci fino a quel momento; ed anche quando i risultati sono resi disponibili attraverso una pubblicazione su riviste pur prestigiose, pretendo la possibilità di poter analizzare i dati primari, per evitare casi come quello che ha portato ‘Lancet’ e ‘Nejm’ a ritrattare i lavori in cui era implicata Surgisphere”
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