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Il governo accelera sul PNRR: controlli sulle opere e sanzioni a chi è in ritardo | Lo scenario

Sul fronte del Pnrr il governo sa di giocarsi molto.

Ecco perché, mentre la scadenza del 2026 si avvicina, a Palazzo Chigi si preme sull’acceleratore.

Rafforzando i controlli sullo stato di avanzamento delle opere e puntando un faro su eventuali irregolarità.

E prevedendo la possibilità di commissariamento, con annesse sanzioni, per chi ritarda a far partire i cantieri.

Sono alcune delle novità contenute nella bozza del nuovo decreto Pnrr (il quarto) in gestazione negli uffici del governo.

Il provvedimento, atteso in Consiglio dei ministri già da tempo, scrive il Messaggero, sarebbe quasi pronto a finire sul tavolo di Palazzo Chigi, magari questa settimana.

Anche se alcuni nodi da sciogliere rispetto alle coperture e la necessità di muoversi in tandem con Bruxelles non permettono di escludere che venga rimandato ancora.

In ogni caso, lo schema di fondo sembra definito: una quarantina di articoli che introducono «ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza».

Tra i punti salienti spicca l’istituzione di un “Osservatorio per la prevenzione e il contrasto delle frodi nell’utilizzazione delle risorse” del Recovery, che resterà attivo fino al 31 dicembre 2030.

Un organo che, in pratica, dovrà assicurare che i fondi europei del Recovery finiscano davvero nella realizzazione delle opere previste e non si disperdano in mille rivoli.

All’incirca lo stesso obiettivo avrà la nuova infornata di funzionari nella struttura di missione Pnrr a Palazzo Chigi.

Diciotto uomini in più (tre dirigenti e quindici figure non dirigenziali) per aumentare i controlli a campione sui cantieri.

E per valutare si legge nello schema di decreto «la coerenza della fase di attuazione del Pnrr rispetto agli obiettivi assegnati».

In caso di «ritardi e inerzie» da parte di Comuni e ministeri sulle opere, Palazzo Chigi (e il ministero di Raffaele Fitto) potranno attivare «poteri sostitutivi».

E, di fatto, commissariare sindaci e ministri su specifici target, affidandoli a professionisti esterni con personale specializzato al seguito.

Non è tutto.

Oltre al commissariamento, secondo la bozza, per gli inadempienti scatteranno le sanzioni.

Nel caso di ritardi «accertati dalla Commissione Ue», infatti, da Roma arriveranno multe salate finalizzate «al recupero degli importi percepiti e, in tutto o in parte, rimasti inutilizzati».

Dove possibile, quelle risorse saranno dirottate su altri interventi in corso d’opera, oppure torneranno nelle casse del Next Generation Eu per essere riassegnate.

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