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Giorgio Parisi (Premio Nobel): «Sul clima i governi si sono dimostrati inadeguati »

L’azione dei governi per combattere i cambiamenti climatici è stata finora “non all’altezza della sfida” ed oggi “il vostro compito storico è di aiutare l’umanità a passare per una strada piena di pericoli”. Il premio Nobel Giorgio Parisi sferza la politica dal suo cuore più sacro, il Parlamento. E lo fa in Aula, a Montecitorio, davanti ai rappresentanti dell’Unione interparlamentare (UIP), e alla presenza del presidente Sergio Mattarella che poco prima, dalla Conferenza per l’Africa, aveva rivolto un richiamo analogo in vista della prossima conferenza Cop26 che si svolgerà a Glasgow dal 31 ottobre: “non è più tempo di ambiguità e distinguo, è ora di agire subito. Bisogna garantire il massimo sforzo per raggiungere e superare gli obiettivi delle riduzioni previste. La prossima Cop26 sarà una spartiacque e ne dobbiamo essere consapevoli. Non è ammesso distrarsi”, ha detto il capo dello Stato.

L’autorevolezza del neo premio Nobel si riverbera comunque nell’aula della Camera che lo ha accolto con una lunga standing ovation. Parisi non è un politico e almanacca le sue ragioni senza fare sconti, quasi incredulo per la sottovalutazione generale di dati scientifici che da ormai trent’anni certificano quel che è accaduto e quel che accadrà al pianeta. “L’umanità – ha spiegato – deve fare delle scelte essenziali, deve contrastare con forza il cambiamento climatico. Sono decenni che la scienza ci ha avvertito che i comportamenti umani stavano mettendo le basi per un aumento vertiginoso della temperatura del nostro pianeta”. Un intervento, quello del premio Nobel, che è stato il cuore della riunione della Conferenza parlamentare sul cambiamento climatico (Pre-COP26) che si è svolta a Montecitorio e che ha visto la presenza dei presidenti della Camera Roberto Fico e del Senato Elisabetta Casellati.

Il fisico non è sembrato molto ottimista sul fatto che il suo allarme venga realmente raccolto (“la speranza è l’ultima a morire”, ha detto laconico) ma non ha rinunciato a stuzzicare la politica con una metafora: “uscire dalla crisi climatica è come guidare di notte: le scienze sono i fari, ma poi la responsabilità di non andare fuori strada è del guidatore, che deve anche tener conto che i fari hanno una portata limitata. Il vostro compito storico – ha detto ancora rivolgendosi ai parlamentari – è di aiutare l’umanità a passare per una strada piena di pericoli”.

Una strada rischiosa e costosa che non si può basare sulla ricerca ossessiva dell’incremento del pil, argomenta Parisi – toccando uno dei totem dell’economia occidentale: “il prodotto nazionale lordo non è una buona misura dell’economia perché cattura la quantità ma non la qualità della crescita. Se il Pnl rimarrà al centro dell’attenzione, il nostro futuro sarà triste. I politici, i giornalisti, gli economisti che pianificano il nostro futuro e monitorano i progressi che sono stati fatti, devono usare un indice che consideri altri aspetti oltre al Pnl”.

Giorgio Parisi ha vinto il Nobel per la Fisica 2021, si legge nella motivazione, “per i contributi innovativi alla nostra comprensione dei sistemi complessi e la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria”. Incomprensibile ai più anche solo la motivazione: forse per questo il fisico teorico ha chiesto al Parlamento che si insegni la scienza già ai bambini delle elementari: i giovanissimi “devono imparare il metodo scientifico, a dedurre dalla propria esperienza”. E un giorno, da grandi, sapranno progettare il proprio futuro e non subirlo.

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