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Gian Carlo Blangiardo (presidente Istat): «Culle vuote? Scenario possibile»

È l’incertezza la variabile che potrebbe portare a un calo delle nascite post emergenza Covid-19. Sulla natalità l’epidemia non ha infatti avuto alcuna conseguenza a tutt’oggi ma potrebbe averne l’anno prossimo. Ne ha parlato il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, nel corso dell’audizione in videoconferenza alla commissione Politiche Ue, nell’ambito dell’esame congiunto del “Programma di lavoro della Commissione per il 2020 – “Un’Unione più ambiziosa”. “Immaginiamo cosa potrebbe succedere in un Paese che ha 435.000 nati nel 2019, minimo assoluto in oltre 150 anni di vita nazionale. Immaginiamo che i bambini teoricamente concepiti a marzo, e che dovranno nascere a dicembre, saranno probabilmente meno, ma così anche quelli di gennaio, febbraio, marzo, aprile del 2021. L’Istat ha tratteggiato uno scenario basandosi su quanto accaduto dopo la nube tossica di Chernobyl: nove mesi dopo si registrava il 10% di nascite in meno”. A pesare – ha spiegato il presidente dell’Istat – sono la paura, l’incertezza, le difficoltà economiche. Le giovani coppie di fronte a questi scenari, se anche hanno intenzione di avere figli, potrebbero rinunciare. “In Germania dell’Est – ha spiegato Blangiardo – prima della caduta del muro di Berlino vi erano 200.000 nati, l’anno dopo le nascite sono scese sotto le 90 mila, meno della metà. In Grecia la tempesta finanziaria ha visto diminuire del 20% la natalità. Ricordiamo di questi esempi – ha avvertito – e mettiamoli in conto per fare cose che minimizzino gli effetti negativi della crisi”.

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