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[Il documento integrale] Giacomo Lasorella (Presidente AgCom): «La sfida di AgCom sarà governare la transizione al digitale»

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Tra un mercato dei media sempre più debole, una crisi della stampa ormai strutturale e i servizi postali in grande trasformazione tutte le fiches sono puntate sul digitale, già re del 2020 e trampolino per gli ambiziosi obiettivi di crescita che l’Italia si è data. L’Agcom – che “per una felice intuizione del legislatore del 1997” come ricorda il presidente Giacomo Lasorella nella sua prima relazione alla Camera, nasce come autorità “convergente” è al crocevia tra questi settori e la sfida che il presidente raccoglie è ”quella di contribuire a governare questa fase complessa, caratterizzata da una tumultuosa transizione”.

L’obiettivo, che sembra quasi uno slogan, è “garantire comunicazioni veloci, reti efficienti, pacchi consegnati in tempi giusti, una informazione e un intrattenimento offerti a prezzi equi e nel rispetto del pluralismo e dei valori della Costituzione, oltre ad una rete internet che costituisca un luogo di scambi e di relazioni improntato alla libertà e al rispetto dei diritti” ha concluso il presidente.

“L’Agcom ha grandi sfide da sostenere, e sono sicura che saprà affrontarle con uno spirito di trasparenza nelle scelte, di pluralismo nelle voci e di attenzione alle trasformazioni che stiamo tutti, noi per primi come legislatori, cercando di portare avanti per trasformare il nostro Paese” ha sottolineato, aprendo l’incontro a Montecitorio la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni.

La rete internet “è stata la grande protagonista dell’anno appena trascorso: un anno di pandemia in cui l’uso della rete si è ampliato e intensificato”, ricorda Lasorella facendo il punto sull’attività di Agcom nei quattro principali campi, tlc – media – digitale – poste, che ormai si intersecano. Infrastrutture e servizi crescono, la fibra ottica copre il 33,7% delle famiglie italiane (in crescita rispetto al 30% del 2019), ma il digital divide c’è ancora, e non riguarda solo Nord e Sud ma anche città e campagna. Oggi però ci sono le risorse, “ingenti investimenti pubblici e privati in campo e un contesto di concorrenza crescente che lasciano intravedere una situazione infrastrutturale in forte evoluzione”.

Agcom non può restare indifferente all’indebolimento dell’industria dei media ”il cui valore economico è in calo da oltre un decennio” e ci legge dietro “anche un vuoto di politica industriale”. Quella della stampa è addirittura diventata una ”crisi strutturale” che “mostra di non aver beneficiato particolarmente della accresciuta domanda di informazione dovuta alla crisi pandemica. Nel secondo trimestre 2020, solo il 17,6% degli italiani ha scelto in media di informarsi sui quotidiani, secondo un trend in discesa che è comune a tutta l’Unione europea”.

E’ evidente che non si scrivono più lettere e cartoline (i volumi di corrispondenza nel decennio 2007-2017 hanno subito, a livello globale, una flessione del 31%), mentre sono raddoppiati i volumi dei pacchi dal 2016 al 2020 . In termini assoluti nell’ultimo anno il settore postale nel suo complesso ha registrato in Italia circa 3,2 miliardi di invii (-9,5%) con un fatturato in aumento del 4,8% a 6,8 miliardi.

Al crocevia di tutto c’è il digitale dove la stessa Agcom deve rafforzare le sue competenze (e per questo ha avviato, nell’ambito della sua riorganizzazione amministrativa, la selezione di nuove figure professionali) e per il quale è in corso “un poderoso sforzo normativo”. Ci sono delle aree grigie da affrontare e dove serve riempire come il diritto d’autore, il gioco d’azzardo, la classificazione delle opere audiovisive destinate al web e dei videogiochi, e alcune su cui bisogna intervenire prontamente come l’hate speech e il cyberbullismo.

Ma dal digitale arrivano anche opportunità come l’Intelligenza Artificiale, per Giacomo Lasorella ”la nuova frontiera della garanzia del pluralismo” con i suoi algoritmi. E non ultima la rivoluzione più ‘pop’ del calcio tutto su Internet sulla quale l’Authority continua a vigilare.

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