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Enrico Giovannini (Ministro delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili): «“Sblocca cantieri”, rapidità essenziale per dare lavoro il prima possibile a chi ne ha bisogno»

Nel decreto-legge “Sblocca cantieri” sono in gioco 58 opere, per quasi 70 miliardi di euro. Altre potrebbero essere aggiunte in un secondo decreto, ma il tempo stringe, perché la “data tagliola” è il 30 giugno. Per questo, il ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili Enrico Giovannini ha chiesto «celerità» a deputati e senatori, che nelle commissioni ancora devono esprimere un parere sul Dpcm lasciato in eredità dal vecchio governo, a cui l’esecutivo  Draghi potrebbe far seguire un altro decreto, a patto di riuscire a proporne la bozza entro il 30 aprile.

«La rapidità non è solo una questione formale, ci consente di dare lavoro il prima possibile a chi lo sta cercando disperatamente e ne ha bisogno», ha avvertito Giovannini nell’audizione alle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera e Lavori pubblici del Senato.

La squadra guidata da Mario Draghi vuole accelerare l’iter, rallentato dalla crisi di governo. D’altronde lo “Sblocca cantieri” è funzionale alla sua principale missione, ossia, ha ricordato il ministro, «stimolare una ripresa economica robusta ed efficace in termini occupazionali», con una «transizione verso un’economia più competitiva e uno sviluppo più elevato, economico, sociale e nel rispetto dell’ambiente».

Si confida anche nell’effetto leva della lista confermata di 58 opere, infrastrutture stradali, ferroviarie, idriche («particolarmente fondamentali», secondo Giovannini), portuali, per presidi di pubblica sicurezza e di trasporto rapido di massa.

«Si tratta di finanziamenti complessivi nell’ordine di 65-70 miliardi di euro, con una distribuzione di impegni, anche su esercizi futuri, ben bilanciati sui territori – calcola il ministro -: 22 miliardi per opere al Nord, 18 al Centro e 27 nel Sud».

Sono stati invece dimezzati i commissari: 28, tutti tecnici (a parte per una Statale nel Ragusano, dove un subcommissario affiancherà il presidente della Regione Sicilia, ente finanziatore), «tutti di alta professionalità tecnico amministrativa, competenti nel velocizzare le procedure e subito operativi».

Sui commissari, Giovannini ha minimizzato i rischi di conflitto di interesse e sottolineato che i procedimenti giudiziari a carico di alcuni, «connessi ad attività svolte nell’esercizio delle funzioni istituzionali, non prefigurano motivo ostativo».

Fra le rassicurazioni, anche la promessa di relazioni trimestrali e l’impegno di avviare un dialogo con la conferenza delle Regioni. Con il dibattito sul Codice degli appalti sullo sfondo, intanto il ministro confida di superare i dubbi di alcuni partiti sulle opere inserite e quelle rimaste fuori. Alcune possono rientrare in un secondo decreto, ma i tempi sono stretti. E comunque «niente liste di Natale», ha avvertito: devono essere coerenti con l’impostazione del governo, con il Pnrr, la progettazione strategica e le priorità europee.

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