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Elena Bonetti (ministra Pari Opportunità): «In discussione una legge per colmare il gap salariale delle donne»

Ripartire, ma garantendo le pari opportunità: è l’obiettivo che si pone la task force per la parità di genere chiamata ‘Donne per un nuovo Rinascimento’, sponsorizzata dalla ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti .

‘Il tempo vissuto nei mesi di quarantena ci chiede un’assunzione di responsabilità straordinaria – ha detto Bonetti in un’intervista alla Stampa – ho immaginato una ripartenza che, attraverso un gruppo di donne con percorsi importanti sulla parità di genere, mettesse in campo nuove prospettive e nuove proposte”.
In merito al divario femminile nella partecipazione al mondo del lavoro, Bonetti ha precisato che le donne italiane lavorano meno e meno accedono a ruoli di responsabilità. “Alle Camere c’è in discussione una legge per colmare il gap salariale e non solo quello – ha aggiunto la ministra – ma abbiamo bisogno anche di uno strumento più ampio di valutazione, un indice che registri la tutela e la promozione delle donne affinché entrino e accedano a livelli più remunerati. Poi c’è il nodo della formazione: considerando che oltre l’80% dei mestieri del futuro verrà dal mondo digitale, dobbiamo intervenire in ogni contesto sociale e a ogni livello di età affinché le donne ci siano e siano competitive. Sostengo la proposta per cui in tutti i luoghi decisionali debba esserci il 50% di uomini e altrettante donne. Non è a tutela delle quote – ha spiegato Bonetti – ma dei percorsi che si integrano. Io, poi, faccio parte di un partito, Italia Viva, che assegna le responsabilità alla pari, una donna e un uomo”. Quanto al fronte femminile diviso sulla legge sull’omotransfobia, ”qui c’è un elemento sociale più che femminile. Troppo a lungo abbiamo visto gruppi diversi difendere i propri diritti in contrapposizione a quelli di altri gruppi. È sbagliato. Il diritto è responsabilità collettiva, i diritti vanno composti, non contrapposti. Prendiamo il diritto al lavoro delle donne e il diritto alla scelta della maternità, sono stati erroneamente posti in alternativa ma sono la stessa cosa. La legge sull’omotransfobia tutela il diritto a non essere discriminati in base all’identità di genere o all’orientamento sessuale, è una legge sulla dignità della persona ma ciò non significa che non esistano i generi e non esistano i sessi: le pari opportunità partono dalle diversità”.

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