«Fin dal primo giorno, per noi sindaci quella del Pnrr è stata una partita da giocare indossando una sola maglia e nessun’altra: la maglia dell’Italia». Queste le parole del presidente di Anci, Antonio Decaro. «Questa storia delle opere pubbliche da realizzare con i fondi del Pnrr sembra che sia un duello tra i sindaci e il Governo. Ma così non è. Fino ad oggi, con tutti commissari, ministri, presidenti del Consiglio, abbiamo sempre collaborato».
Nel suo intervento alla cerimonia inaugurale della 40esima assemblea annuale dell’associazione ha osservato: «È questo, lasciatemelo dire, è stata una doccia fredda apprendere la volontà di spostare i soldi europei dai programmi che interessano i comuni. C’è stato un momento, dico la verità, in cui la fiducia istituzionale si è incrinata. Ci siamo sentiti sul banco degli imputati pur sapendo di aver fatto di più e meglio degli altri».
«Se fossimo davvero inefficienti» ha proseguito Decaro «non saremmo da anni il primo comparto per investimenti nel Paese, spendendo il 25% delle risorse per opere pubbliche. Se fossimo davvero inefficienti, non avremmo visto crescere la nostra capacità di spesa dal minimo storico di 8,5 miliardi nel 2017 fino ai 15 miliardi che spenderemo fino alla fine di questo 2023, non avremmo fatto ripartire gli investimenti finalmente anche nel Mezzogiorno, se fossimo davvero così ritardatari non avremmo bandito 147 mila gare con fondi Pnrr, per intenderci più di tutti gli altri enti attuatori messi insieme. E tutto questo, non ci sarebbe neanche da ripeterlo, partendo da una condizione di difficoltà pazzesca, avendo perso negli anni oltre un decimo degli organici delle amministrazioni comunali».
«Nonostante tutto questo lavoro e questi buoni risultati» ha osservato ancora Decaro «all’inizio di agosto ci è stato detto che dei 16 miliardi del Pnrr da spostare nel RePower, ben 13 riguardavano i nostri progetti. Io non ho capito il perché. Abbiamo chiesto di conoscere se ci fossero progetti in ritardo, progetti non coerenti con le linee guida della Commissione Europea e non abbiamo avuto risposte».
«Da quel momento abbiamo avuto con il ministro Fitto una serie di incontri, come si usa dire in questi casi, “franchi e cordiali”. Qualche giorno fa, ci siamo confrontati sui Piani Urbani Integrati, i Pui, gli importanti progetti per la riqualificazione delle periferie delle nostre aree metropolitane. Alla fine, ci sembra che il Governo abbia riconosciuto che questi Piani possono continuare a essere finanziati coi fondi europei. Noi non abbiamo mai avuto dubbi perché quelle opere le conosciamo, una a una. Ne conosciamo i progetti, i sogni, le ambizioni. Le abbiamo immaginate insieme ai nostri concittadini. Quelle opere sono una occasione di rinascita per tanti quartieri del nostro Paese che meritano un’opportunità», ha ribadito.