Investire nella transizione ecologica ha effetti positivi sulla crescita economica e l’occupazione. Lo afferma Matteo Fragetta, docente dell’Università di Salerno, nel corso del convegno “Quali investimenti per la transizione? Europa e Italia nel guado”, organizzato dall’Università Cattolica di Milano e dal Cranec, il centro di ricerche in analisi economica e dello sviluppo economico internazionale.
«Gli investimenti verdi, rivolti alla transizione energetica, alla tutela dell’ambiente e alla lotta al cambiamento climatico hanno “maggiori effetti” sulla crescita del Pil e sulla creazione di posti di lavoro», dice. «Il Moltiplicatore fiscale degli investimenti verdi» sottolinea il docente che partecipa al Cranec «è superiore rispetto a quello degli investimenti tradizionali». A titolo di esempio Fragetta cita le energie rinnovabili, che hanno un moltiplicatore «doppio rispetto a quelle fossili».
In generale, sottolinea – gli investimenti verdi «hanno maggiore intensità di lavoro impiegato» e i salari nel campo dell’energia rinnovabile sono «maggiori del 10/20%». «Per l’energia nucleare, considerata solo parzialmente verde, il moltiplicatore è più alto perché «sono necessari lavoratori sia ad alte sia a basse competenze». Inoltre, per costruire reattori nucleari è necessario un periodo di tempo «abbastanza lungo che genera un moltiplicatore di spesa maggiore».