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Carlo Messina (ceo Intesa Sanpaolo): «Con Draghi maggiore stabilità, prevedo molte fusioni bancarie»

Grazie anche all’arrivo di Draghi il Paese sta migliorando in termini di crescita e di reputazione sui mercati.

Le banche? Devono aggregarsi. Intesa l’ha già fatto e resterà leader.

Lo sostiene il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina.

Dal panorama bancario all’operato del nuovo governo Draghi, il manager ha parlato ai media, ovviamente, della banca che dirige, impegnata al fianco del governo per aiutare le imprese a crescere.

«In Italia la produzione non si è fermata durante la pandemia e rappresenta una parte significativa dell’economia del Paese. Allo stesso tempo i lockdown leggeri hanno consentito a molte società di continuare a lavorare. Ci siano settori, come il turismo, che sono stati colpiti a fondo, ma alla fine quest’estate ci sarà una ripresa, anche perché il governo ha fatto il giusto lavoro e Intesa Sanpaolo siamo pronti a sostenere il Next Generation Ue con più di 400 miliardi di finanziamenti. Dunque sono fiducioso che l’Italia possa veramente diventare un Paese con un pil in crescita significativa. Le nostre attese sono per un +4% quest’anno, ma anche nel medio termine ci potrebbe essere una crescita tra  l’1% e il 2%, che per l’Italia è una buona performance».

Fiducia sì, ma è il momento di correre e investire. «Intesa Sanpaolo ha fatto molti investimenti; su base annua investiamo circa 2 miliardi in termini di capital budget, ma siamo in grado di ridurre i costi e di finanziare tale sforzo. Investiamo molto nel digitale e nel fintech perché questo è il futuro, ma non dimentichiamo che 2 miliardi di capital budget l’anno è una grande somma e continueremo a finanziare la crescita. Allo stesso tempo la riduzione dei costi, che abbiamo già assorbito con l’integrazione di Ubi e con l’ammontare delle integration charges già messe a bilancio nel 2020, ci permetterà di ottenere risparmi significativi anche nei prossimi anni».

Messina ha espresso la sua a proposito degli effetti provocati dal governo di Draghi sia sui tassi dei Btp sia su quelli che potrebbe provocare. «Draghi certamente ha una grande reputazione sui mercati e l’impatto del suo insediamento al governo in termini di spread Btp-Bund è molto importante per un Paese come l’Italia. Ma è importante anche nel senso che l’ex presente della Bce può rassicurare e realizzare il Next Generation Eu Plan, che è la base per avere una stabilizzazione dello spread. Se l’Italia può crescere del 5% quest’anno e poi nel futuro aumentare il potenziale di espansione economica, il problema della differenza dei tassi d’interesse nel rifinanziamento del debito pubblico, che attualmente il Paese sconta, andrà risolvendosi. Penso che sia in atto una modifica strutturale dell’atteggiamento degli investitori internazionali nei confronti del Paese. Allo stesso tempo le banche italiane sono chiamate a limitare la propria esposizione nei confronti dei titoli di Stato nazionali; Intesa Sanpaolo lo ha già fatto riducendo il peso dei titoli governativi italiani nel proprio portafoglio. Comunque ripeto: con l’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi il Paese è entrato in una fase molto diversa rispetto a quella precedente. Ed è cambiato anche l’atteggiamento dell’Europa nei confronti dell’Italia».

In chiusura, il ceo di Intesa Sanpaolo vede la necessità di una concentrazione maggiore delle banche italiane, sull’onda dell’operato della banca nello scorso anno. Un segnale in tal senso potrebbe arrivare dal nuovo board di Unicredit, ma in ogni caso difficilmente verrà intaccata la posizione di leadership della banca di Piazza San Carlo. «Vista la quota di mercato detenuta attualmente da Intesa Sanpaolo in Italia, non c’è dubbio che sul mercato nazionale il nostro gruppo resterà leader. L’Italia in ogni caso ha bisogno di maggior concentrazione nel mondo bancario: oltre a Intesa servono almeno altri due gruppi creditizi dotati di una sostanziosa quota di mercato, perché è il futuro nel settore va in questa direzione. Prevedo dunque che nel corso dei prossimi 12 mesi assisteremo ad alcune operazioni nel comparto. Intesa Sanpaolo ha fatto la mossa giusta al momento giusto; Ubi Banca era il miglior istituto di credito presente in Italia dopo Intesa Sanpaolo. Abbiamo messo insieme le due prime della classe. Ora tocca agli altri»

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