Per affrontare i prossimi mesi della pandemia e la cosiddetta “quarta ondata”, Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, ribadisce che abbiamo due strumenti «quelli della vaccinazione e dei giusti comportamenti che dipende solo da noi adottare».
Inoltre, aggiunge «Sul piano delle vaccinazioni vedo con soddisfazione che i giovani stanno rispondendo bene, come dimostra la forte crescita degli immunizzati tra i 20 e i 29 anni».
In merito al rischio di un passaggio in zona gialla di alcune regioni dice: «Non ho la sfera di cristallo. Ma sappiamo che completando il ciclo vaccinale il rischio di infezione si riduce dell’88% e di oltre il 95% quello di contrarre forme gravi di malattia che portano al ricovero, o peggio al decesso».
«È però altrettanto vero che la Delta in situazioni di affollamento e assembramento si diffonde molto più efficacemente. Per questo anche la situazione dei nostri ospedali dipenderà anche da quanto saremo prudenti e da quanto velocemente ci vaccineremo», afferma in un’intervista a La Stampa.
E alla domanda se la terza dose di vaccino sarà necessaria, Brusaferro risponde: «Le vaccinazioni sono iniziate a gennaio e mano a mano che monitoriamo la risposta immunitaria siamo in grado di valutarne anche la durata. Per ora sappiamo che va oltre i sei mesi, nuovi studi dicono più di otto. Ma sono dati in via di aggiornamento. Per questo oggi non possiamo ancora dire se e quando sarà necessaria. Diverso è il discorso per gli immunodepressi che hanno una risposta più debole e per i quali si stima opportuno un richiamo a 6-7 mesi dal completamento del ciclo vaccinale»
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