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Carlo Borgomeo (Assaeroporti): «Gli aeroporti sono stati esclusi dal Pnrr»

La variante Omicron prima e il conflitto generato dalla Russia poi hanno rallentato la ripresa del settore aeroportuale. La gravità della crisi «dipenderà da quanto durerà questa crisi. Se sarà lunga, gli effetti saranno devastanti, e non solo per il traffico aereo». Lo ha detto il presidente di Assaeroporti, Carlo Borgomeo. Si credeva «che il settore sarebbe tornato ai livelli pre-Covid tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Ora il conflitto in Ucraina aggiunge ulteriori elementi di incertezza».

«Come tutti i settori economici» ha aggiunto «ci sono stati assegnati ristori per complessivi 800 milioni: 735 per gli aeroporti e 65 per le società di handling. Ma il problema è più strutturale e deriva dal fatto che le istituzioni europee e il governo italiano hanno assunto una linea del tutto contraddittoria» ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera.

«Da una parte si dice che il settore aereo deve raggiungere la piena sostenibilità ambientale, dall’altra questo stesso settore è escluso da qualsiasi investimento pubblico. Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza il trasporto aereo non viene menzionato; nemmeno nel Fondo complementare e nel documento del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili del 26 gennaio scorso relativo alle prospettive per il 2022. Allora la domanda è: come fanno gli aeroporti a fare importanti investimenti sulla sostenibilità? Non certo solo con l’autofinanziamento, vista la crisi che hanno attraversato».

«Al decreto-legge Ristori ter attualmente all’esame del Parlamento» ha concluso Borgomeo indicando cosa, secondo Assaeroporti andrebbe fatto subito «è stato presentato un emendamento per un Fondo di 300 milioni per gli anni 2022-2024 per gli investimenti green degli aeroporti. Sarebbe un primo importante segnale di una politica che finalmente si ricorda del trasporto aereo e della sua rilevanza per lo sviluppo del Paese».

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