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Banche: i nuovi equilibri nel settore dopo le nozze tra Intesa Sanpaolo e Ubi

Le nozze tra Intesa Sanpaolo e Ubi sono la premessa a nuovi equilibri nel settore bancario. La preda più ambita resta Mps. Rocca Salimbeni, ripulita di oltre 8 miliardi di crediti deteriorati con la bad bank a guida Amco, è ora più che appetibile. Lo sa il Tesoro che ne controlla il 68% e che vuole uscire, come esplicitato dal ministro dell’economia Roberto Gualtieri, entro il 2021. I tempi sono maturi e l’incarico di Siena a Mediobanca per valutare le alternative strategiche è un segnale più che chiaro. Il mercato, in questo senso, guarda ad un matrimonio con Banco Bpm, istituto che però sembra più concentrato su un’ottica ‘stand alone’. L’a.d Giuseppe Castagna, che deve preparare entro la fine dell’anno un nuovo piano che tenga conto degli effetti Covid, lo ha già detto a chiare lettere: nella road map non ci sono fusioni. Il neo presidente, Massimo Tononi che è stato al vertice anche del Monte, è stato ancora più esplicito smentendo ipotesi di colloqui in corso con Rocca Salimbeni. Che, comunque, ci sia un consolidamento, questo è inevitabile. Anche la Bce sul tema aggregazioni si è ammorbidita.
Altro attore e soprattutto crocevia di un terzo polo potrebbe essere la Bper a cui l’opas porta un buon numero di filiali tale da ampliarne il perimetro d’azione. L’a.d, Alessandro Vandelli intende giocare senza dubbio le sue carte e soprattutto esercitare un ruolo da protagonista.
Chi invece è lontana dal tema m&a è Unicredit. L’a.d Jean Pierre Mustier non cambia la propria strategia. La strada tracciata è quella del buyback, meno rischiosa per restituire il capitale in eccesso agli azionisti. Sul tema il manager è tornato anche di recente di fronte a rumors insistenti di un dialogo aperto con il Banco Bpm. La sostanza non cambia, il gruppo di Piazza Gae Aulenti è concentrato sul altro e in particolare sull’implementazione del processo di digitalizzazione che il covid ha nei fatti accelerato.

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